Subito primarie per il coordinamento cittadino. Le invoca il consigliere comunale del Pdl, Ciro Di Giacomo che, dopo la batosta elettorale che ha visto sconfitto il governo, a livello nazionale e il candidato sindaco del centrodestra a Napoli, Gianni Lettieri, prova a spiegarne le ragioni individuandole soprattutto nella mancanza di democrazia interna al partito del Popolo delle Libertà e nel suo scarso radicamento sul territorio. Ci va giù duro Di Giacomo quando dice:“ Queste elezioni dimostrano che ci sono state delle lacune. La sconfitta elettorale di Napoli è da attribuire alla cattiva gestione del partito a livello regionale e provinciale che ha privilegiato logiche di potere alla valorizzazione delle risorse umane capaci e dotate di seguito elettorale”. In effetti, il risultato deludente delle urne per il centrodestra ha rivelato, inoltre, che qualcosa all’interno del partito non funziona più:”Si è dato per scontato che il Pdl avesse un’immagine popolare in grado di vincere sempre e comunque. Gli errori principali, è inutile negarlo, sono stati quelli di aver alzato troppo i toni e di aver caratterizzato queste amministrative come un referendum sulla persona di Berlusconi e il governo. Il problema è che il nostro partito è poco radicato nei territori, dove mancano una squadra di comando e interlocutori certi e autorevoli che sappiano essere imprescindibili punti di riferimento”. Gli effetti della debacle si fanno sentire a tutti i livelli, anche a quello cittadino. A San Giorgio a Cremano si voterà per le amministrative il prossimo anno ed i partiti si stanno organizzando alla costituzione delle future alleanze, alla definizione di programmi condivisi, ma soprattutto alla scelta di potenziali candidati a sindaco. Su quest’ultimo aspetto, si fanno sempre più insistenti le voci che porterebbero alla candidatura, per un secondo mandato, dell’attuale primo cittadino, Mimmo Giorgiano, per la coalizione di centrosinistra mentre dall’altra parte, quella del centrodestra, è ancora buio pesto.
In città si fanno i nomi di Bruno Cesario, nuovo sottosegretario all’Economia, Aquilino Di Marco, capogruppo del Pdl in consiglio comunale e la new entry Giuseppe Farina, indipendente. Qui Di Giacomo si infervora:”Basta con i ruoli calati dall’alto. Da oggi si cambia rotta e se si vuole costruire un partito nuovo a San Giorgio a Cremano c’è bisogno che si arrivi subito alle primarie per il coordinamento cittadino o nessuna sede o nessun gruppo dirigente sarà legittimato a definirsi tale. Se si vuole evitare un flop elettorale il prossimo anno è necessario che la parola torni ai cittadini”. Parole che paiono preludere ad un possibile terremoto politico nell’eventualità in cui il nome non dovesse essere scelto con un metodo democratico come quello delle primarie ma soprattutto condiviso dalla base. “Le primarie sono uno strumento abnorme – è la replica di Aquilino Di Marco – poiché non correttamente regolamentate. Semmai andrebbero fatte all’interno dei partiti, fra gli iscritti così da escludere l’intenzione di strumentalizzarle al fine di indicare un nuovo nome. Quella di Di Giacomo è una posizione personale e minoritaria”.
Claudio Di Paola