Napoli, intervista a Salvatore Pace e Vittorio Vasquez, nuove personallità dell’amministrazione comunale

Due nuove personalità della politica napoletana, eletti consiglieri al Comune di Napoli nella Lista Civica con de Magistris, ci raccontano le loro sensazioni per questa nuova avventura.

Salvatore Pace, vince il concorso a preside nelle scuole superiori a soli 34 anni, è stato Commissario Governativo presso il Provveditorato di Salerno e membro della Commissione Ministeriale per il nuovo obbligo scolastico con il Ministro Fioroni.

 

Preside Pace, ha timore sulla tenuta di questa nuova macchina comunale, cosi giovane e inesperta?

Timore non direi, se lavoriamo tutti in una certa direzione: ovvero sia non dobbiamo perdere i contatti con i problemi della città, con i movimenti civici. Bisogna essere attenti a non interrompere il rapporto con la società civile, che è stata la vera forza di de Magistris.

Escludo che verrà meno la tenuta dei numeri in consiglio, vista la grande maggioranza che esiste e non temo neanche colpi di palazzo a essere sincero.

 

De Magistris ha più volte sottolineato la nascita di un nuovo modo di fare politica. Non pensa che in questo modo siate più esposti alle critiche e che quindi al primo intoppo tenteranno in tutti i modi di buttarvi giù?

Il timore è che queste nuove persone portatrici  di un nuovo modo di fare politica si scontrino con le inerzie del palazzo, legato ancora a modelli di politica vecchi, per cosi dire. Il problema è se faranno opposizione silente e in qualche modo cercheranno di ostacolare il nostro operato.

 

Entro fine giugno si deve approvare il bilancio preventivo del 2011, per scongiurare il commissariamento, si fa subito dura. Che idea si è fatta per il lavoro che la attende?

Noi scontiamo il problema dell’eredita pesante e della cassa vuota. Necessariamente credo che per la prima previsione bisognerà tenere conto di una serie di equilibri, ma questo non vuol dire rinunciare alle scelte coraggiose. Queste scelte si faranno in vari modi: tagliare dove si annida la politica delle clientele, con tagli non solo alle consulenze fasulle, ma anche con spostamenti di risorse verso settori di massima sofferenza, come scuola, ambiente e rifiuti.

Bisognerà vedere quali priorità darà la giunta e spostare in quella direzione le risorse.

Vittorio Vasquez, capolista della Lista civica “Napoli è tua”, è già stato assessore con delega ai servizi sociali nella giunta Valenzi dell’81, è stato cofondatore dei Cobas, presidente della Cassa Operaia dei dipendenti al Comune, ci spiega il suo punto di vista su questa nuova avventura.

 

Professor Vasquez, lei è già stato assessore con delega ai servizi sociali nella giunta Valenzi a inizi anni 80. Quali differenze nota tra Valenzi e De Magistris?

Quando Valenzi diventò sindaco, quello fu il risultato finale di un lavoro fatto dal partito comunista per radicarsi sul territorio, quindi c’era la commistione pesante tra partiti e territorio. De Magistris invece viene da una esperienza di pochi mesi, sin dal termine delle primarie, con i lati positivi e negativi. Positivo per il recupero delle astensioni e per aver creato entusiasmo. Preoccupante se questo rapporto con la città venisse meno col tempo, andando a snaturare cosi il nuovo modo di fare politica che ha promosso Luigi.

La differenza sostanziale è che De Magistris precisa che non appartiene a nessun partito.

 

La presenza di parecchi consiglieri provenienti da rifondazione comunista e partito del sud: quali i pro e quali i contro.

L’atteggiamento che la federazione della sinistra ha avuto è stato un atteggiamento molto realista: le accuse di massimalismo sono infondate. Ho avuto modo di apprezzare il loro atteggiamento, devo confessare, non hanno creato a de Magistris nessun tipo di problema, lo hanno rispettato per le sue considerazioni politiche senza essergli di intralcio durante la campagna elettorale.

 

Il lavoro è stato un argomento portante della vostra campagna elettorale. Aver avuto il pieno appoggio dei disoccupati organizzati, dei CARC: questo sarà più uno sprone o temete un effetto boomerang?

Il Comune può garantire i servizi che richiamino l’occupazione. Con le partecipate si arriva a 20000 dipendenti, il Comune non ha una prospettiva occupazionale da poter garantire. Non a caso c’è stato il ridimensionamento dei dirigenti delle partecipate, che erano stati portati a 250, oltre il limite legale e quindi ora si deve revocare il mandato a molti di questi dirigenti.

Sarebbe sbagliato creare facili prospettive, lo stato del bilancio comunale non rende possibile l’aumento della pianta organica: il Comune di Napoli è quello che ha più dipendenti tra i Comuni italiani. La credibilità del Comune nel senso delle politiche occupazionali, dipenderà molto anche dai rapporti che si instaureranno con la Regione e la Provincia

Mario De Angelis

 

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