Aumento delle ore lavorative e quindi degli stipendi per otto lavoratori di Terme di Stabia. Firmato, il direttore generale Francescopaolo Ventriglia. Ed è bufera sullo stabilimento. Ieri mattina i sindacati riuniti hanno protestato contro il provvedimento comunicato ieri mattina dalla direzione e ritenuto dalle organizzazioni «clientelare» e fuori da ogni logica, visti i sei mesi di stipendio arretrato dei dipendenti. Per la dirigenza della società partecipata del Comune, però, la logica c’è eccome: il provvedimento, infatti, sarebbe volto ad una riorganizzazione della gestione del complesso a cui i vertici stanno pensando da tempo. A seguito delle proteste dei lavoratori e di diversi partiti politici schiaritisi a fianco dei sindacati, la società ha sospeso il provvedimento, «indispensabile» Ventriglia, in attesa di un incontro con i sindacati lunedì prossimo. «Da un lato l’azienda chiede a noi dei sacrifici – ha detto Filippo Criscuolo della Cgil – mentre dall’altra migliora le condizioni lavorative di otto persone effettuando scelte clientelari per accontentare qualcuno». Crisi, mancata contrattazione, trattamento di favore per «alcuni» per questo la Cgil, la Cisl, la Uil, l’Ugl e l’Usae nella mattinata di ieri avevano chiesto le dimissioni dell’intero cda e del direttore generale. Nello specifico, il provvedimento è stato effettuato a seguito del pensionamento di alcuni lavoratori. Le 80 ore mensili derivanti sono state spalmate su otto dipendenti dell’Ufficio Cassa e del Marketing. L’azienda ha giudicato fondamentale quest’atto in vista di una più ampia riorganizzazione del personale. In questo modo la società potrebbe eliminare dalle voci di spesa 250mila euro di straordinari che paga ogni anno.
Al fianco dei circa 200 lavoratori del complesso del Solaro si sono schierati Sel, Idv e Pd: «Manca il Piano Industriale, eppure la dirigenza aumenta le ore di lavoro alla madre di un consigliere del PdL, trasforma contratti part-time in contratti full-time e promuove sul campo gli ‘amici’. Alla faccia della trasparenza e della tanta sbandierata legalità del sindaco e dei suoi amici». I partiti di opposizione si riferiscono al fatto che il provvedimento riguarda, tra gli altri, il portavoce della Cisl delle Terme, Felice Celoro, sindacato che negli ultimi mesi ha continuato ad appoggiare l’operato dell’azienda a differenza degli altri sindacati (gli altri rappresentanti della Cisl ieri hanno comunque contestato il provvedimento), e la madre di Antonio Carrillo, consigliere del PdL, nonché moglie di Carlo, ex dirigente del PdL e portavoce de «La Nuova Medusa», l’associazione che da tempo segue da vicino le vicende termali. «Si tratta di una riorganizzazione giusta e necessaria – ha detto Carlo Carrillo – ma contro di me è stato portato avanti un attacco personale da parte del rappresentante della Cgil Crisuolo, contro il quale nei mesi scorsi ho depositato presso le Terme atti inerenti la sua condotta». L’Udc ha parlato di episodio grave del quale si sono tenute all’oscuro le forze politiche, il CdL ha chiesto la convocazione di un consiglio comunale ad hoc, e ancora Forza del Sud ha ritenuto intollerabili le ultime scelte riguardanti il personale. Per Michele Costagliola, consigliere di Uniti per Stabia si è trattato di «un episodio che lede l’immagine di Terme» ed ha invitato il sindaco Luigi Bobbio a rimuovere i colpevoli. «Quanto accaduto alle Terme – ha dichiarato il primo cittadino – se, da un lato, non deve certamente ripetersi, dall’altro va isolato da ogni tentativo di strumentalizzazione. Prendo atto della nota del direttore generale, con la quale si dichiara la sospensione del provvedimento. Riguardo tale iniziativa, pur condivisibile nel merito delle singole scelte, ritengo che sarebbe stato necessario e utile il rispetto della ritualità sia dal punto di vista del rapporto con i sindacati che dal punto di vista del previo coordinamento con il presidente e il cda».
Francesco Ferrigno