“Le aree archeologiche di Pompei rischiano di chiudere al pubblico già nei prossimi giorni festivi di settembre perché il personale di vigilanza ha superato il limite massimo dei turni festivi annui consentiti dal Ministero”. Lo afferma Antonio Pepe, Segretario della CISL FP Pompei.
La causa che potrebbe determinare la chiusura della più grande risorsa economica/turistica del territorio è da attribuire non solo alla mancanza di personale ma principalmente ad una “disorganizzazione talmente funzionale da sembrare organizzata”.
Ovviamente, il rischio chiusura dei siti nei giorni festivi riguarda tutti i siti archeologici e museali della Soprintendenza di Napoli e Pompei – Scavi di Pompei, Ercolano, Oplontis, Boscoreale, Stabia, Museo Nazionale, Castello di Baia, Pozzuoli e di tutte le altre aree minori. È di tutta evidenza che chiudere gli Scavi di Pompei la domenica significa diminuire sensibilmente gli introiti che dovrebbero essere destinati al restauro del bene archeologico.
“Una situazione – afferma Pepe – che mette in risalto quanto poca attenzione si presti alle disposizioni ministeriali, tant’è che per il rischio chiusura abbiamo attenzionato l’amministrazione, segnalando che il numero dei turni festivi effettuabili da ciascun dipendente non può essere superiore ad un terzo dei giorni festivi nell’arco dell’anno, limite che per il 2011 è già stato superato dal 91% del personale di vigilanza, tra questi il 48% del personale ha addirittura superato il 53% dei turni festivi, mentre il 43% ha già raggiunto il 41% dei turni, solo il rimanente 9% del personale è ha effettuato il 22% dei turni festivi”.
I sindacati hanno chiesto alla soprintendente Teresa Cinquantaquattro di stabilire “un incontro urgente al fine di concordare opportune ed urgenti soluzioni alternative atte ad evitare le chiusure nei giorni festivi”.
“Tra l’altro – aggiunge il segretario della CISL di Pompei – poiché l’amministrazione a prescindere da quanto stabilito dal CCIM continua a comandare e a retribuire il personale senza che vi sia stato alcun accordo che permetta il superamento del limite fissato, abbiamo informato la Cinquantaquattro che oltre il rischio di dover chiudere le aree archeologiche nei giorni festivi può incorrere in un procedimento risarcitorio dell’indennità corrisposta al personale che ha superato i turni eccedenti quelli normati. Anche perché, è possibile, previa contrattazione, elevare alla metà dei giorni festivi il limite dei turni effettuabili nell’arco dell’anno, ma per superare il 50% dei turni bisogna fare i conti con CCIM e budget. Questa situazione evidenzia che manca personale di vigilanza ma ancor di più il controllo di gestione, infatti, l’amministrazione ignara continua a comandarli di servizio nei giorni festivi, benché abbia già superato il limite massimo dei turni festivi fissato dal CCIM (Contratto Collettivo Integrativo di Ministero), tra l’altro senza che ai lavoratori sia stata chiesta la disponibilità”.
“La situazione non è semplice – ammette Antonio Pepe – perché si devono fare i conti con le procedure stabilite dal CCIM che consente il superamento dei festivi stabiliti solo previa contrattazione nazionale. Ovviamente per Pompei potremmo provare a concordarlo in sede, così verifichiamo anche quant’è speciale questa Soprintendenza.”
“Di fatti riteniamo che l’unico rimedio per evitare la chiusura è di elevare il limite dei turni festivi all’80%, ma si tratterebbe di dover far ricorso letteralmente ad un miracolo, afferma Antonio Pepe, Segretario della CISL delle aree archeologiche di Pompei, perché anche se riuscissimo a fare un accordo in sede locale ci dovremmo adeguare a quello che il Ministero di norma può autorizzare, previa contrattazione con le OO.SS. nazionali, cioè elevare il limite massimo al 50% il numero dei turni festivi effettuabili, percentuale brillantemente già superata dal 48% del personale. Di conseguenza con l’interessamento da parte del Ministro Galan, facendo ricorso alla fede e al buon consiglio della Madonna di Pompei, tra l’altro per evitare anche un danno economico alla dr.ssa Cinquantaquattro, per la prima volta nella storia dei beni culturali il limite delle prestazioni dovrebbe essere elevato all’80% dei turni festivi, ovviamente su base volontaria.”
In ogni caso grazie alla disponibilità di tutti, dovremmo riuscire a mantenere l’apertura nei giorni festivi, anche se a Pompei la mancanza di personale è assai critica, più che in altre sedi della Soprintendenza.”
“Fino ad oggi, grazie alla disponibilità di tutti, siamo riusciti a mantenere aperte al pubblico le aree archeologiche nei giorni festivi proprio nel periodo di maggior afflusso turistico, anche se a Pompei la mancanza di personale è assai critica, più che in altre sedi della Soprintendenza sarebbe assurdo interrompere l’apertura domenicale fino alla fine dell’anno, per mancanza di personale, autorizzazione e/o di fondi, proprio in un momento in cui gli Scavi di Pompei registrano un aumento di visitatori ed incassi.”
“Il paradosso è che manca personale per poter fruire delle bellezze archeologiche, proprio nel nostro territorio dove c’è il più alto tasso di giovani disoccupati.”