Continua lo scontro sulle politiche sociali. Ad alimentarlo ci sono un funzionario del comune, Arturo Manganaro, e il Vicepresidente della Coop.Gesco Michele De Angelis. Il botta e risposta tra i due ha per oggetto soprattutto l’uscita del Comune di Vico Equense dal Piano Sociale di Zona, ma si allarga anche a tutta una serie di questioni che sanno troppo di carte bollate e procedure giuridiche infarcite di molte opinioni personali e pochi fatti oggettivi. Secondo Arturo Manganaro le attività intraprese dal comune grazie all’assegnazione diretta alle cooperative sociali sono migliori di quelle erogate dal Piano Sociale di Zona e coinvolgono, secondo i suoi dati, un numero maggiore di assistiti. Secondo Manganaro si è ottimizzata la spesa e si sono evitati gli onerosi esborsi della burocrazia. Secondo Michele De Angelis invece il comune ha fatto un errore gravissimo in quanto non usufruirà più dei contributi regionali destinati ai comuni consorziati nei Piani Sociali di Zona e vedrà diminuire costantemente tutti i finanziamenti regionali sulle politiche sociali sottoposti alla nefasta scure della crisi economica in atto. A pagarne le conseguenze saranno, secondo De Angelis, solo gli assistiti.
Di fatto i tagli ci sono eccome e, come afferma De Angelis, sarà difficile trovare risorse per sostenere efficientemente le politiche sociali fuori dal sicuro guscio del PSZ che garantiva un flusso di finanziamenti stabile nel tempo. Già da quest’anno per esempio la Regione Campania non finanzierà i 60.000 euro destinati al Comune di Vico Equense. E vanno nei debiti fuori bilancio i 50.000 e spiccioli euro che il comune dovrà rimborsare al Piano Sociale di Zona per le prestazioni ricevute nel 2010, soldi dirottati verso le cooperative sociali del territorio di Vico Equense scelte dal Sindaco Gennaro Cinque con affidamento diretto.
Sulla illegittimità dell’affidamento diretto la Gesco ha vinto un ricorso al TAR, ma l’amministrazione comunale di Vico Equense non ha fatto marcia indietro. Continuerà a usufruire dell’assistenza garantita dalle cooperative sociali fino al 30 settembre per non interrompere il servizio e lasciare senza assistenza anziani e disabili anche molto piccoli. La diatriba avrà termine solo dopo che sarà finito l’iter giudiziario e si attende l’esito del controricorso intentato dal Comune al Consiglio di Stato. Che non abbia però alcuna intenzione di tornare sui suoi passi l’amministrazione comunale l’ha dimostrato approvando le nuove Linee Guida sulle politiche sociali che segnano l’abbandono definitivo del Piano Sociale di Zona, nonostante tutte le incognite che questa scelta potrebbe comportare.
Rimane caldo anche il tema delle antenne sulla telefonia. Si è già costituito un comitato di cittadini che non ci sta ad avere due o tre antenne di fronte alla finestra di casa e si prepara a dare battaglia con un ricorso al TAR. La protesta sta crescendo anche nelle frazioni alte, nuove antenne sorgeranno a Massaquano, Ticciano e Faito. Sel e Vas hanno iniziato una campagna di sensibilizzazione per informare la cittadinanza sui pericoli alla salute che potrebbero nascere a causa delle onde elettromagnetiche. Nel frattempo, nonostante una manifestazione popolare sotto il palazzo del vecchio comune e la promessa del Vice Sindaco Benedetto Migliaccio di rimuovere le antenne installate sulla torretta dell’orologio, le antenne sono rimaste al loro posto. Se ne riparlerà nel prossimo consiglio comunale, all’ordine del giorno il tema è in discussione su proposta del Consigliere della minoranza Dilengite.
Secondo il Sindaco non ci sono pericoli per la popolazione e anzi con le nuove antenne si diminuirà la quantità di onde elettromagnetiche nell’ambiente. Non ne sono convinti i cittadini impegnati nella battaglia e di fatto la questione non è stata assolutamente chiarita in quanto i dati a disposizione sono confusi e di non facile lettura. Rispetto a questo argomento da parte dell’amministrazione comunale, è mancata una capillare e puntuale informazione su di un tema molto sentito dalla popolazione. Ci sono solo le paterne rassicurazioni da parte del Sindaco Cinque che si dichiara paladino della salute pubblica. In realtà le sue affermazioni non sono avallate da azioni concrete che facciano sentire al sicuro da pericoli. Non c’è al momento una commissione di esperti, amministratori e cittadini aperta al confronto. Non esiste alcun organismo comunale deputato a controllare che le emissioni non sforino il livello di sicurezza, non esiste, insomma, nessuna garanzia che le antenne non saranno nocive alla salute. E gli atti depositati in comune sono di difficile accesso. Nonostante i 15.000 euro spesi per ottimizzare il sito del Comune e mettersi in regola per la trasparenza degli atti, non si trovano in rete relazioni, pareri degli enti, termini del contratto con i gestori della telefonia mobile né quant’altro può essere utile a capire bene tutti i termini della questione.
Maria D’Ordia