Il commissariamento di Andrea Orlando volge al termine, i congressi si avvicinano e per il Pd napoletano è tempo di riorganizzarsi. Non sono finite però le tensioni. La linea di Orlando era chiara sin dal principio: niente minigiunte, riforma delle municipalità. Meno poltrone, meno spese: all’anno le giunte municipali pesano sulle casse quanto incassano. Alla fine dei conti non resta una euro. E invece? Succede che il presidente del Vomero, Mario Coppeto di Sel, l’altroieri ha fatto un vero e proprio blitz nominando l’esecutivo e due assessori in quota Pd, Clementina Cozzolino e Toti Lange, entrambi vicini all’europarlamentare Cozzolino e alla corrente bassoliniana. In barba a quanto deciso dal commissario. Una nota del partito provinciale non riconosce quelle nomine, e dunque i due assessori, come del Partito democratico. Non è escluso che a breve arrivi pure un provvedimento di espulsione. Non sarebbe la prima, non sarebbe l’ultima. In effetti, il repulisti è in corso da tempo. Ma la vera battaglia sarà nei congressi. In vista di possibili accordi tra area popolare e bassoliniana, pezzi del partito si riaggregano. Qualche sera fa si sono incontrati da Trèves Umberto Ranieri, Alfredo Mazzei, Francesco Nicodemo, Ciro Iacovelli, Ciro Cacciola, Peppe Russo (capogruppo Pd alla Regione), Enzo Acampora e altri per lanciare il manifesto del «rigore, della trasparenza, dell’umiltà», per un nuovo gruppo dirigente del Pd. Il manifesto sarà lanciato il 24 ottobre all’Hotel Oriente e saranno chiamati a raccolta quei pezzi di società civile che hanno sostenuto Ranieri alle primarie ma che poi, dopo il disastro, si sono allontanati dal partito. Il manifesto sarà una vera e propria piattaforma programmatica in vista del congresso di fine gennaio. Le regole: azzeramento del tesseramento, nuovo percorso di adesione (nessun pacchetto di tessere, ma elenchi trasparenti e pubblici, elenco degli elettori per le primarie e primarie anche per la scelta dei parlamentari). Insomma, si vuole rompere un fronte e voltare definitivamente pagina. La partita è aperta.
Antonio Averaimo