Torre Annunziata: la compagnia teatrale “Senzartenèparte” in “Johnny Belinda”

Nella società di oggi, basata sui diffusi mezzi di comunicazione, l’incomunicabilità fra gli uomini è imperante. Le persone si rinchiudono nel loro mondo, per un senso di rigetto contro tutte le opportunità di comunicare non accettate di buon grado, a meno che qualcuno non abbia da trasmettere emozioni educative e sceglie un mezzo valido per sperimentare la possibilità di esprimersi al meglio. L’intento della Compagnia teatrale “Senzartenèparte” (creata dagli ex  alunni del Liceo Scientifico Pitagora), nel rappresentare “Johnny Belinda” di Elmer Harris, è stato appunto quello di dimostrare che, quando si trasmette una emozione con amore per l’arte e dedizione, i risultati sono apprezzabili; la Compagnia ha espresso il desiderio di cambiare genere di spettacoli, rispetto a quelli che aveva rappresentato fino ad oggi, per cercare di acquisire nuovi elementi  al fine di evolversi come gruppo amatoriale. Per iniziare un nuovo incontro con un teatro diverso, i giovani si sono rivolti ad Antonio Annunziata, un grande appassionato del palcoscenico che oggi è uno dei protagonisti della rappresentazione dell’Inferno di Dante nelle Grotte di Pertosa. L’attore-regista ha saputo usare il materiale umano a sua disposizione, ottenendo una  risposta sorprendentemente  positiva.  Il dramma è la storia di Belinda, ragazza sordomuta, che mostra una intelligenza vivacissima di cui si accorge il dr Davidson. La giovane vive una vita solitaria ed isolata, con il padre e la zia, i quali, in un primo momento Le mostrano rancore, nel ritenerLa responsabile della morte della madre durante il parto; col tempo i loro sentimenti muteranno. Il dottore La educa al linguaggio dei segni e per giunta la fanciulla ritrova la parola nell’emozione della maternità. Nasce quindi un legame d’affetto tra il medico e Belinda, che coroneranno il loro sogno d’amore. Applauditi tutti gli attori, con la protagonista Marella Solimeno (nella foto), soprattutto per la sua espressività. La serata è stata dedicata ad Antonio Caso, fondatore del Centro Teatrale Torrese, nel XXV anniversario della sua scomparsa.

Federico Orsini

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano