Scafati: la situazione dell’ospedale “Mauro Scarlato” resta stagnante

La situazione per l’ospedale di Scafati “Mauro Scarlato”si fa con il passare dei mesi sempre più insostenibile, visti anche i numerosi tagli fatti dal governo centrale e dalla regione. Si è passati nel giro di meno di un anno dall’avere un pronto soccorso, passando per un primo soccorso all’attuale guardia medica. La rabbia è forte non solo per chi ogni giorno arriva alla guardia medica si trova di fronte un servizio primario disorganizzato ed estremamente carente, ma anche nei collaboratori del 118 che adesso mantengono le redini di quel che è rimasto del vecchio reparto.

Un collaboratore del 118 osserva: “Il pronto soccorso non è più tale ma al giorno d’oggi è una semplice guardia medica. In realtà questo è uno PSAUT (presidio sanitario assistenziale unità territoriale), siamo attivi 24 ore al giorno ed espletiamo attività di osservazione medica breve e di piccola chirurgia. Adesso non essendo più primo soccorso non possiamo più fare elettrocardiogrammi ed esami di laboratorio. Inoltre in questa struttura non possiamo più fare nemmeno i ricoveri. Se un paziente arriva qua, anche in situazione di altissima emergenza viene trasferito in un pronto soccorso vero e proprio (a Cava De’ Tirreni, a Nocera, a Sarno). Poi” – spiega il collaboratore – “i ricoveri possono essere portati a termine solo dal reparto di medicina, accompagnati dal documento rilasciato dal medico curante del paziente. Tuttavia le brutte notizie non sono finite qua. Da fine dicembre molto probabilmente anche lo PSAUT dovrebbe chiudere e rimarrà soltanto il 118, in quanto l’equipe di medici che c’era prima adesso non c’è più”.

Sempre sul tema della guardia medica, un’altra questione contraddittoria è quella che riguarda le ambulanze. Difatti visto lo scarso numero di ambulanze e la cattiva organizzazione per i trasferimenti all’ospedale “Mauro Scarlato” e verso gli altri presidi ospedalieri se ne stanno occupando in via straordinaria le ambulanze del 118. Facendo un resoconto delle condizioni odierne, i reparti che sono stati chiusi e trasferiti a Sarno sono: cardiologia, maternità, pediatria. Quelli che invece sono rimasti e sono tutt’ora attivi sono: dialisi, medicina, nefrologia, qualche ambulatorio, laboratorio di analisi 12 ore e radiologia 12 ore.

Un infermiere del reparto di medicina afferma: “Questo è un momento molto particolare, non solo per i cittadini scafatesi, ma per tutte le persone  che anche dai paesi vicini hanno fino ad ora sempre usufruito di questo ospedale. È chiaro che oltre alle responsabilità politiche anche i cittadini scafatesi sono stati poco sensibili alla salvezza della struttura. Il problema fondamentale è che i reparti sono stati svuotati di personale competente e di macchinari. Si spera che la lungodegenza venga riattivata almeno per la fine del mese. Infatti i lavori sono stati fatti, si aspetta solo l’apertura”.

Negli ultimi giorni il sindaco ha inviato una nota al commissario Bortoletti ed alla vice Capopreso in cui si è espresso così: “Esprimo forte preoccupazione per le segnalazioni pervenutemi da alcuni miei concittadini e per le cose lette in questi ultimi giorni sui giornali, relativamente alla funzionalità dell’emergenza presso il Mauro Scarlato. In questa fase di transizione, l’emergenza sta funzionando come PSAUT. In particolare, pur funzionando h12, il laboratorio di analisi e il servizio di radiologia, a supporto dell’emergenza sono inutilizzati, così come i medici ospedalieri, impiegati fino a qualche giorno fa’ presso il primo soccorso, sono stati sostituiti da quelli del 118, non essendo stata ancora attivatala lungodegenza. Una situazione insostenibile, che, alla luce dell’enorme flusso di utenti diretti al Mauro Scarlato, richiede un ripristino immediato del primo soccorso. L’emergenza intesa come centro di smistamento non ha ragione di esistere, tanto vale chiudere la struttura per evitare ulteriori sprechi di denaro pubblico. Rispetto a queste evidenti disfunzioni nella gestione dell’emergenza, ribadisco, che in presenza anche di un solo caso di malasanità, sarò il primo a denunciare i responsabili. Tutto ciò in attesa di avere l’ospedale concordato, dopo la fine dei lavori strutturali”.

Aniello Danilo Memoli

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano