San Giorgio, bilancio di un girone

Forse è venuto il momento che mister Matrullo diventi più “duro” e si faccia sentire. Non è possibile vanificare il buon inizio di campionato e sprofondare in piena zona play out del girone A di Eccellenza in soli 28 giorni, passando da -5 a -14 in media inglese, incassando cinque sconfitte consecutive che, intervallate dai due match dei quarti di finale di Coppa Italia con il Savoia, portano a sette le battute di arresto del San Giorgio nelle ultime giornate. Eppure l’avvio di stagione era andato al di là di ogni più ottimistica aspettativa. Ripescato dal campionato cadetto regionale, la squadra della Città di Troisi ritornava a respirare l’aria della massima categoria che, sia pure con alterne fortune, fino ai quattro anni precedenti, l’aveva vista allineata  ai nastri di partenza di Eccellenza.  Quindici punti nelle prime dieci giornate, media punti/partita 1,5, che proiettata nelle rimanenti 20 gare ancora da disputare, avrebbero portato in dote al termine del campionato uno score di 45 punti che significava salvezza sicura ai margini della zona play off. Sarebbe stato il raggiungimento dell’obiettivo che la società di via Sandriana si era prefissato ad inizio stagione. Purtroppo la statistica non sempre va d’accordo con il calcio, il gioco più imprevedibile del mondo. Ed è proprio quello che è successo al San Giorgio 1926 che, se non si da una regolata a partire dall’8 gennaio con l’inizio del girone discendente, rischia seriamente di compromettere i sacrifici e le aspettative dei dirigenti e di quanti ruotano attorno all’organizzazione della squadra granata. Con un terreno di gioco finalmente alla pari con i migliori impianti sportivi della regione e una floridissima scuola calcio con quasi 400 bambini a scorazzare sull’erbetta sintetica del Paudice, sarebbe un vero peccato vedere i colori granata ritornare nel secondo torneo regionale. Ma nel calcio nulla avviene per caso. Se i giocatori sui quali si faceva il maggiore affidamento, per cause che non si riesce ancora ad immaginare, ad un certo punto della stagione hanno reso meno di quanto ci si aspettava, anche la società e lo staff tecnico hanno la loro parte di responsabilità, forse quella più grande e determinante. Il significato di gruppo per una squadra di calcio non è una semplice definizione. Formare una rosa di giocatori a luglio/agosto e disfarla a novembre per ricominciare daccapo a dicembre è il modo peggiore per fare calcio. E’ quanto avvenuto, e non solo in questa stagione, nella squadra sangiorgese. Per fortuna il tempo a disposizione è ancora tanto e la classifica, almeno per quello che interessa al San Giorgio, è molto corta e aperta ad ogni possibilità. Bastano due risultati pieni consecutivi per recuperare i punti scelleratamente lasciati sui vari campi. Con il recupero dei vari Caccia, Musella e Pascucci, con gli innesti dei nuovi arrivati Loffredo, Esposito, Bianco, Rigione e Valente, il San Giorgio ha le carte in regola per dire ancora la sua in un campionato che, a parte le due battistrada, non è certamente uno dei migliori degli ultimi anni. Natale è alle spalle, il campionato è dietro l’angolo e domenica 8 gennaio il San Giogo è atteso al “Capasso” di S.Sebastiano  per la prima del girone di ritorno. La torcida granata, e non solo essa, sperano nel proverbio, in questo momento molto di moda non solo nel calcio, “anno nuovo, vita nuova”. La corsa verso la salvezza riparte dalle falde del Vesuvio.                                                                                                                                                                        Giacomo Di Sarno

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