E allora, forse, quest’anno “doveva” finire proprio così. Con altre pagine, altro spazio, altre righe dedicate ad argomenti che nel 2011 più di una volta abbiamo preso in esame. L’ultimo crollo negli Scavi di Pompei e gli ultimi sviluppi sulle emergenze lavorative a Castellammare e ancora la crisi rifiuti e le nuove criticità di cava Sari, ci hanno costretto a cancellare, modificare, comprendere i nuovi, ma vecchi “perché”. Ne avremmo fatto volentieri a meno, ma non per mancanza di voglia di fare il nostro lavoro. Tutt’altro. Il motivo è che avremmo preferito concludere quest’anno con la visita di un neoministro a Pompei dopo i tanti crolli, e non tra un muro danneggiato e un pilastro venuto giù. Avremmo preferito che lo spettro degli esuberi in Fincantieri fosse rimasto uno spettro un po’ lontano dal Natale. Avremmo voluto che i lavoratori termali avessero brindato nello stabilimento insieme alla folta clientela, e non che fossero rimasti a casa in cassa integrazione lontani da un complesso desolatamente vuoto. Insomma, ci sarebbe piaciuto salutare tutti voi con un bagliore di speranza in più nelle nostre pagine, un po’ come ha fatto Pieraccioni (la cui scelta di marketing non è mai stata così azzeccata) con il suo ultimo film “Finalmente la felicità”. A noi, invece, è andata così. E allora il nostro compito resta quello di farvi prendere coscienza di quanto sta succedendo qui, nel nostro territorio dove noi e Voi abbiamo i piedi ben piantati a terra. Forse anche questo aiuterà la speranza a non desistere.