Dopo i crolli che per mesi hanno funestato gli Scavi di Pompei, finalmente si prospettano soluzioni e interventi per risanare l’area archeologica disastrata. Nei giorni scorsi il Ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi ha annunciato che è stato stilato il cronoprogramma dei lavori da mettere in atto nel sito, per cui verranno utilizzati i 105 milioni di euro messi a disposizione dall’unione europea. Detto progetto è articolato in una complessa serie di lavori che si realizzeranno nell’arco di tre anni, pur rimanendo la possibilità di utilizzare i fondi ordinari della soprintendenza, come è avvenuto per i recenti cedimenti. Tuttavia, un ulteriore scenario si profila per il recupero del sito, ovvero la partecipazione dei privati, con un elenco di interventi da affidare alla relativa sponsorizzazione. I primi ad interessarsi a tale eventualità sono stati i francesi del gruppo Epadesa, ente pubblico che gestisce la Dèfense, la city parigina, che nel novembre del 2011 si dichiararono disposti a finanziare, con una cifra oscillante tra i cinque e dieci milioni annui, l’accordo tra Unesco e MIBAC, in cui erano previste opere di restauro e manutenzione dell’area. In tale contesto, quindi, si inscrive la visita del due marzo negli Scavi di Pompei che ha coinvolto non solo la rappresentante dell’Epadesa, e sindaco di Puteaux, Joëlle Ceccaldi-Raynaud, ma anche Joëlle Chauvin, direttrice immobiliare del gruppo assicurativo Aviva; mentre in rappresentanza del governo vi era la senatrice Diana De Feo, presidente della commissione cultura del senato, per l’UNESCO il consigliere speciale Francesco Caruso, oltre a Maurizio Di Stefano di Icomos Italia, ong che si occupa della conservazione dei beni culturali, e Patrizia Nitti, direttrice del Museo Maillot di Parigi. In seguito a un passaggio in comune, tale delegazione ha visitato la città sepolta dalle Terme Suburbane al Foro, dalla casa di Menandro alla zone dei teatri, accompagnata dal direttore degli scavi Antonio Varone. Al termine della giornata pompeiana, gli imprenditori transalpini sono stati accolti a palazzo Santa Lucia dal Governatore campano Stefano Caldoro che non solo ha fatto il punto della situazione, ma ha anche ringraziato gli stessi per l’interesse mostrato per il nostro territorio. All’incontro napoletano hanno preso parte, del resto, i vertici delle organizzazioni produttive regionali con il presidente dell’unione industriali Paolo Graziano e dei costruttori Rodolfo Girardi, insieme al presidente della camera di commercio Maurizio Maddaloni. Nel novembre scorso, infatti, un altro accordo venne siglato a Parigi, tra la regione e l’unione industriali per realizzare una serie di infrastrutture all’esterno delle aree archeologiche di Pompei, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Boscoreale e Ercolano al fine di incrementare il flusso turistico, migliorare l’accoglienza e mettere in rete i siti vesuviani. Sembra probabile, d’altronde, che gli investitori francesi siano interessati non solo a interventi intra-moenia ma anche extra moenia, accattivati, oltretutto, dagli incentivi fiscali che la normativa d’oltralpe offre a chi investe nella cultura, anche fuori dai confini nazionali, concedendo una detrazione fiscale pari al 62 per cento. Un’iniziativa avviata, dunque, all’indomani del crollo della Schola Armaturarum, che tanto clamore ha suscitato nel mondo, e dovuta alla sensibilità di Patrizia Nitti che più volte ha ospitato nel suo museo parigino reperti vesuviani, la collaborazione francese sembra infine concretizzarsi e schiarire le ombre che si sono fin qui addensate sul futuro di Pompei.
Claudia Malafronte