Sari, bocciato il ricorso delle avvocatesse contro la discarica

Respinto il ricorso presentato dalle avvocatesse Maria Rosaria Esposito e Mariella Stanziano, per conto del comune di Terzigno, contro la decisione della Regione Campania di autorizzare ulteriori sversamenti nella discarica Sari, ormai satura da mesi.

Il ricorso lungo quaranta pagine presentato denunciava che la discarica veniva continuamente ampliata, che stava modificando la morfologia di un intero comune, che, contro la normativa vigente, si stava ampliando la Sari senza interpellare una Commissione Tecnica Istruttoria, come previsto per legge.

Esposito e Stanziano inoltre nel ricorso denunciavano i gestori della Cava, i quali ad ottobre avevano dichiarato che la discarica superava il limite massimo di rifiuti previsto di circa 242 tonnellate, proprio mentre la Regione Campania riteneva che l’ecomostro non fosse ancora colmo, e che avesse ancora circa 35 mila tonnellate di capienza.

Nemmeno gli scaricabarile denunciati dai difensori della discarica tra Comuni, Regione Campania e Provincia di Napoli hanno convinto il Tar e quindi Terzigno continuerà ad ospitare rifiuti a scapito del territorio, della salute, della dignità dei cittadini, costretti ancora a respirare aria fetida nei pressi della discarica Sari.

La  decisione è stata presa dal Tar nel primo pomeriggio di ieri, toccando ancora una volta il cuore e offendendo la dignità di coloro che si sono battuti e ancora si battono per la chiusura del famoso sversatoio nel bel mezzo di un centro cittadino, e alle porte del Parco Nazionale del Vesuvio.

È attesa il 13 marzo una nuova riunione durante la quale si riparlerà del problema e la speranza di molti, comprese le mamme vulcaniche è che vengano interrotti anche i conferimenti dei comuni di Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno.

«è una sentenza che non condividiamo e che vanifica la nostra lotta», sono le parole di Venere Stanzione, a nome di tutte le mamme vulcaniche.

In concomitanza con la discussione al Tar di ieri, si doveva tenere un incontro in Provincia tra i sindaci dei comuni vesuviani, l’assessore provinciale all’ambiente Giuseppe Caliendo e i responsabili della SapNA, l’azienda responsabile della gestione dei conferimenti in discarica.

La riunione è slittata al 13 marzo ed è molto attesa anche dalle mamme vulcaniche le quali ritengono giusto ricominciare le manifestazioni se quest’ultima dovesse andare male.

Questo incontro poteva essere decisivo, se solo non fosse stato prefissato nello stesso giorno in cui il Tar ha bocciato il ricorso delle avvocatesse, perché i sindaci avrebbero chiesto la realizzazione di impianti per la captazione del percolato e l’utilizzazione del biogas, trasformandolo in energia elettrica.

Una maggiore autosufficienza in termini di energia insomma, che avrebbe potuto, col tempo, cambiare l’immagine di quella discarica nella mente dei cittadini. Col tempo però, forse molto tempo.

Pronti a tornare in piazza sono anche il Collettivo Area Vesuviana e il Movimento Difesa del Territorio, nonostante gli avvisi di garanzia che accusano la maggior parte di questi ragazzi di aver incentivato le manifestazioni. La  prossima protesta pacifica è attesa domenica prossima alle ore 10 in Piazza Pace, gli slogan saranno i soliti: chiusura immediata della discarica, nuovo modello di gestione dei rifiuti che non preveda altre discariche o inceneritori, raccolta differenziata.

Giovanna Sorrentino

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano