23 marzo 2012: un giorno triste per Gragnano

Il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento del Comune di Gragnano per infiltrazioni camorristiche, una notizia che mette ancora più tristezza se letta dall’altro capo d’Italia. Venire a sapere che l’amministrazione della città in cui sei cresciuto viene azzerata per aver agevolato in qualche modo le attività della camorra è un colpo, anche se magari atteso perché anticipato da inchieste, Commissione d’Accesso e innumerevoli articoli di colleghi.

La vera tristezza è che lo scioglimento non servirà a cambiare granché, perché ora gli avvoltoi della politica cominceranno a volteggiare sulla carcassa di una città non ancora morta, ma ferita per l’ennesima volta, già colpita da oltre un decennio di malgoverno che ha causato danni, ben visibili non solo negli ultimi 2-3 anni. Non si può, infatti, ridurre la vicenda collegando lo scioglimento al nome del sindaco Annarita Patriarca, all’arresto di suo marito Enrico Martinelli, alla questione dell’appalto Tess per la ristrutturazione del monastero di San Nicola dei Miri, o ancora alla vicenda dei brogli elettorali che ha coinvolto alcuni parenti del presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Coticelli.

Il marcio di Gragnano viene da lontano, così come il suo lento decadimento accompagnato nell’ultimo periodo da abusi edilizi e attività ristorative spesso costrette alla chiusura per l’incapacità nel trovare una soluzione; una confusione nella quale la camorra sguazza bene, si infiltra e fa i suoi affari, sfruttando il silenzio della politica e della macchina amministrativa, e in qualche caso anche la compiacenza di qualche loro indegno rappresentante.

Il 23 marzo sarà sicuramente, comunque, ricordato come un giorno triste per Gragnano e per i gragnanesi. Resta il rammarico di una cattiva gestione politica della vicenda: fare un passo indietro qualche mese fa, durante una interminabile crisi politica che ha paralizzato per troppo tempo tutta l’attività amministrativa, avrebbe concesso la possibilità di andare alle urne già adesso, senza perdere un altro anno da Comune commissariato.

Dario Sautto

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