Pompei e Sarno, poste agli antipodi dell’omonimo fiume, riscoprono e rinsaldano un’alleanza non solo geografica ma anche storica e culturale. In questa prospettiva le due città hanno siglato un protocollo d’intesa nella mattinata del 9 maggio presso la Sala di Rappresentanza di Palazzo de Fusco alla presenza del Sindaco Claudio D’Alessio e dell’Assessore al Turismo Alfredo Annunziata per Pompei e dell’Assessore Filomena Amato e del Vice- Sindaco Francesco Squillante per Sarno, con la condivisione della Soprintendenza di Salerno, Avellino e Caserta. La finalità dell’accordo è la realizzazione di un vero e proprio distretto culturale che unisca le due realtà campane attraverso l’attivazione di una sezione didattica museale, l’organizzazione di campagne di scavo archeologico, l’individuazione di percorsi tematici e la programmazione di seminari e attività laboratoriali. Fulcro dell’intera iniziativa è il fiume Sarno, la cui presenza ha favorito i primi insediamenti umani in epoca preistorica, le cui testimonianze sono state portate alla luce a Longola, presso Poggiomarino. Qui, infatti, erano stanziati i Sarrasti, antica civiltà italica, dai cui spostamenti, dovuti alle esondazioni fluviali, si presume sia derivata la stessa Pompei antica. Tale corso d’acqua, del resto, aveva un’importanza fondamentale per l’approvvigionamento idrico anche in età romana, come testimoniato dalle raffigurazioni parietali nella domus del Larario del Sarno, nelle omonime Terme, così come nel Macellum e nella Casa del Labirinto. D’altronde se la città sepolta costituisce l’esempio più noto delle vestigia del passato nella nostra regione, anche Sarno può vantare il “Museo Archeologico Nazionale della Valle del Sarno”, inaugurato lo scorso primo luglio, ubicato presso il palazzo settecentesco della famiglia Ungaro; mentre lungo il fiume è stato scoperto il villaggio Affrontata dello specchio del Sarno che si trova alla confluenza del Rio Foce e Palazzo. In tal modo, quindi, si vuole garantire la valorizzazione e la tutela del comune patrimonio artistico e storico e creare una sinergia che possa avere delle ripercussioni positive sullo sviluppo e sul turismo di entrambe le città. Si tratta, dunque, di un primo passo per riscoprire il nostro fiume non più come un annoso problema ma come una risorsa e per conoscere l’origine preistorica della città sepolta.
Claudia Malafronte