Uliano: “il palazzo è una cattedrale nel deserto che non vive la città”

“Partito esci dalle tue stanze”. Questa esortazione di Vladmir Majakovskij ben si adatta a sintetizzare il primo intervento sulle nostre “dieci domande” al sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. Dopo aver ottenuto delle risposte insoddisfacenti ci siamo rivolti ad esponenti della politica e della società civile per fare il punto critico della situazione. Per l’occasione a dare voce alla città e ai suoi problemi è  Ferdinando Uliano, appena nominato portavoce del Forum delle Associazioni, da lui stesso tenuto a battesimo il 31 marzo a Pompei insieme ad altri rappresentanti delle organizzazioni civili cittadine. Si tratta, del resto, di un nuovo soggetto politico e sociale che mira ad interpretare in maniera differente la dialettica tra i cittadini e i le questioni della polis in cui vivono.  Proprio per questo la prima parola è stata affidata a chi sta creando un rapporto differente tra la città e la politica, raccogliendo quotidianamente le lamentele dei cittadini che vengono convogliate nelle diverse organizzazioni che fanno parte del Forum, una realtà che proprio in questi giorni si consolida dandosi non solo un regolamento comune ma nominando un segretario, Antonio De Febbrario, e un rappresentante nei rapporti con i cittadini e con la stampa nella persona dello stesso Uliano.

Dottor Uliano come commenta le risposte del sindaco al nostro giornale?

“Il modo di rispondere è stato freddo e crudo, addirittura attraverso posta elettronica, sintomo di un allontanamento dalla città. Quando si fa politica bisogna intendere il consenso come un sacrificio, una missione. Nel momento in cui io ho scelto di entrare in politica sapevo di espormi a questo sacrificio, ma nessuno mi ha obbligato, io lo faccio con entusiasmo. È necessario avere un contatto con i cittadini, dobbiamo informarci di quello che accade nella città, non dobbiamo restare a palazzo, bisogna vivere nella realtà concreta. Io stesso so bene cosa significa confrontarsi con i cittadini. Basti pensare che in passato sono stato delegato ai servizi sociali, impegno che mi consentiva di toccare con mano i problemi quotidiani della gente che richiedono tatto e empatia. Poi, come tutti sanno, mi sono dimesso dal mio incarico perché  non mi riconoscevo più in quel percorso politico. Ho deciso di intraprendere una strada diversa e tornare tra la gente. Perché non bisogna vivere solo la campagna elettorale, il rapporto con i cittadini si deve costruire giorno per giorno. Noi abbiamo dato a questa amministrazione una possibilità, poi abbiamo deciso di essere positivi e cercare di risolvere autonomamente, attraverso le nostre associazioni, i problemi che ci vengono posti dai cittadini”.

Qual è il bilancio dell’amministrazione D’Alessio?

“Sicuramente non positivo. Come voi avete giustamente sottolineato nelle domande molte cose non sono state fatte. Ormai il Comune è diventato una cattedrale nel deserto, dove si tiene in ordine la bomboniera, il centro, e il resto viene trascurato, come se esistessero due realtà e quella del palazzo è slegata dalla vita vera della città. Più che mai è urgente un cambiamento nel merito e nel metodo delle politica e del governo, concependo la politica come una missione senza nessuna assuefazione al potere. Perché il sindaco D’Alessio  è stato votato due volte in questa città, il che è come ricevere una Ferrari, un’opportunità che va sfruttata. E  cosa è stato fatto? Noi vediamo che per settimane non viene garantita neanche l’igiene delle vie cittadine, per non parlare della privatizzazione del cimitero o del consorzio di bonifica, di cui presto ci occuperemo con il Forum. Comunque, ripeto, bisogna considerare la politica come sacrificio, per cui non si deve attendere  che il cittadino chieda il favore al politico, ma il politico stesso deve realizzare ciò per cui il cittadino l’ha votato, perchè i cittadini hanno diritti, non i privilegi”.

Ci può fare un esempio di un fallimento della politica di D’Alessio a parte quelli da noi riportati.

“Penso al forum dei giovani, da me stesso ideato per dare voce ai ragazzi e farli partecipare alla vita politica cittadina. Ma, detto questo, io volevo che i giovani fossero indipendenti, che non fossero influenzati da me né dalle logiche degli adulti. Vorrei dire al presidente del forum che si attivasse, perché da un anno il forum è improduttivo”.

In conclusione, una domanda specifica. Il Forum delle Associazioni ha un forte radicamento nelle periferie che per il sindaco sono il fulcro del suo programma, avendo egli stesso promesso di dedicare ad esse il suo secondo mandato. Cosa può dirci sullo stato delle periferie oggi, dopo otto anni di gestione D’Alessio?

“Le periferie sono bistrattate. In campagna elettorale si spendono fiumi di inchiostro sulle periferie e poi non si fa mai niente. Per questo noi abbiamo unito associazioni nate sul territorio in modo che le periferie abbiano una propria rappresentanza sociale e civile. Uno dei caratteri innovativi della  nostra organizzazione è il radicamento in tutta la città  non essendo diffusa solo al centro o in una singola frazione. In tal modo noi possiamo mettere in rete i problemi e impegnarci oltre che in  lotte che interessano l’intero territorio comunale, anche in quelle proprie di una sua parte. Solo attraverso questa confederazione di associazioni è possibile far conoscere a una zona della città i problemi dell’altra, in  maniera tale da condividere le criticità e farcene carico tutti insieme. Penso alla condizione di via Astolelle, ad esempio, di cui abbiamo dei rappresentanti nel Forum stesso. Lì la situazione è davvero drammatica, ci sono persone, commercianti, che mi dicono che non portano il pane a casa, e noi cerchiamo di intervenire come possiamo”.

                                                                                                                   Claudia Malafronte

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