Infuria la polemica sulla costruzione dei parcheggi interrati a Sorrento. Nella prima udienza del processo giudiziario, fissata per martedì 29 maggio 2012 alla seconda sezione del Tribunale della Procura di Torre Annunziata, ci sarà anche il WWF come Parte Civile rappresentato dall’avvocato Giovanbattista Pane.
In Vico III Rota a Sorrento si è attuato sotto gli occhi di tutti l’ennesimo sventramento di un polmone di verde di enorme valore botanico e paesaggistico. Dovevano essere oltre 35mila i metri cubi di terreno organico che si sarebbero dovuti portar via se non fosse arrivato il sequestro dell’area, confermato dal Tribunale del Riesame prima e dalla Suprema Corte di Cassazione dopo – spiegano gli attivisti.
All’apertura del cantiere Il WWF inviò immediato esposto alla Procura e nota al Sindaco e agli Uffici di Sorrento chiedendo di revocare in autotutela e/o in subordine di sospendere l’efficacia del permesso di costruire rilasciato. Purtroppo dall’apertura del cantiere in poche ore, lavorando anche al buio con l’ausilio di fari e sotto la pioggia, furono eliminati tutti i grossi alberi di arancio, i noci, i ciliegi e anche i possenti e secolari ulivi, che facevano ormai parte integrante della natura e della geografia dei luoghi, per consentire quella che doveva essere la costruzione di 252 scatole in cemento armato per parcheggiarvi le auto.
“Ci avevamo visto giusto – dichiara Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – sull’esatta interpretazione dei vincoli urbanistici posti sull’area, nonostante i reiterati tentativi di interpretazione e/o forzatura da parte di taluni tecnici.
Il WWF è stato il primo a denunciare i fatti, e anche sul “parere pro-veritate” – prodotto da tale avv. Starace su incarico dell’amministrazione di Sorrento – era stato critico contestandone aspramente i contenuti e la scarsa deontologia professionale con la quale, citando stralci di sentenze, si finiva, a nostro parere, artatamente per legittimare un’opera che, a ben leggere per intero le stesse sentenze citate, non si sarebbe potuta realizzare!!! Appare assurdo ma emblematico che dei volontari, quali quelli della nostra associazione, che spesso non hanno nessuna preparazione specifica in materia, riescano ad interpretare le leggi correttamente più di quanto non facciano tecnici, funzionari ed esperti di parte.”
Il parcheggio in Vico III Rota a Sorrento è posto in Zona 6 del PUT dove sono possibili solo interventi pubblici e non privati, ragion per cui l’autorizzazione rilasciata alla EDIL GREEN s.r.l. dai Commissari ad Acta nominati dal Presidente della Provincia On. Cesaro, in contrasto con gli stessi dinieghi precedentemente espressi dalla Soprintendenza e dalla stessa Commissione Edilizia Comunale, appare illegittima!!! L’intervento inoltre appare in netto contrasto anche con le norme attuative dello stesso PUC di Sorrento che recita per tale area “la realizzazione di parcheggi interrati per la fruizione delle aree a giardino a valenza agricola soprastanti, laddove previsti dal Puc, è consentita per un solo piano interrato, da realizzarsi a scavo chiuso ed ad una quota interrata che salvaguardi gli impianti radicali delle essenze arboree e agricole soprastanti”.
Sono ormai numerosi i parcheggi costruiti nell’intera penisola sorrentina che, ad un’attenta lettura del PUT, non si sarebbero potuti realizzare. Le tesi sviluppate dal WWF Penisola Sorrentina hanno trovato negli anni ampia conferma nei pareri espressi dalla Regione Campania, dalla Soprintendenza, da vari Collegi pur formati da autorevoli Magistrati Amministrativi sia del TAR che del Consiglio di Stato che dalla Suprema Corte di Cassazione e, in ultimo, dalla stessa Direzione Generale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La vicenda della costruzione dei fantomatici parcheggi interrati, tra interpretazioni di legge, opere abusive e/o autorizzate e opere realizzate in difformità parziale o totale, è finalmente oggi all’ordine del giorno di dibattiti e convegni promossi da varie associazioni e da talune forze politiche più sensibili al problema. L’attenzione dei mass media è molto alta e sono diverse le testate giornalistiche e televisive che si sono interessate all’argomento.
“Come da noi sostenuto da anni con denunce e dossier, dietro al “business Boxlandia”, con un giro di affari, negli ultimi 8 anni e sola in penisola sorrentina, sottostimato di circa 400 milioni di euro, i collegamenti diretti tra politici, imprenditori ed alcuni esponenti della malavita cominciano ad apparire evidenti. A farne le spese oltre al paesaggio del nostro prezioso territorio e all’indotto turistico ad esso collegato, è la qualità stessa della vita di tutti gli abitanti della penisola sorrentina, con l’aumento progressivo e indiscriminato di auto e box privati e la conseguente crescita dei livelli di inquinamento e caoticità da traffico non più tollerabili.
In tale panorama la Costituzione di Parte Civile del WWF in un processo, che rischia di essere “da spartitraffico” tra tutto ciò che è già stato fatto e quello che si potrà o meno continuare a fare, assume una enorme importanza.
Appare infine significativo che il Comune di Sorrento, considerato parte lesa nel processo, non si sia costituito in giudizio”.
Ferdinando Fontanella
Alcune immagini dei parcheggi sorrentini (foto WWF)
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