Presentata lo scorso 28 giugno al ministro degli Interni Annamaria Cancellieri linterrogazione a risposta scritta con richiesta di invio di Commissione daccesso o in ultima analisi di scioglimento del Consiglio Comunale di Melito. L’interrogazione porta la firma dellOn.le Amedeo Laboccetta (Pdl).
Lombra della criminalità organizzata sul Comune di Melito. E quanto si apprende dallinterrogazione parlamentare con risposta scritta presentata dallOn. Amedeo Laboccetta (Popolo della Libertà). I fari sono puntati sullamministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Venanzio Carpentieri in carica dal maggio 2011. Diversi i parallelismi con lamministrazione Di Gennaro, sciolta nel dicembre del 2005 per presunte infiltrazioni camorristiche. Di Gennaro e lattuale primo cittadino, in quel periodo capogruppo in consiglio comunale della Margherita, fecero ricorso al Tar ed in seguito al Consiglio di Stato, ma le loro istanze non furono accolte. Nel decreto – più volte citato nellinterrogazione presentata dal parlamentare del Pdl si evidenzia il ruolo occulto e di primo piano dellallora presidente della Margherita, citato dal pentito Maurizio Prestieri come lunico politico ammesso ai summit del noto clan Di Lauro. Cicala si legge nellinterrogazione ha costruito un impero economico sfruttando il suo ruolo di sindaco di Melito ed il suo legame con il clan Di Lauro. Allo stato egli ha già scontato cinque anni di reclusione ed è attualmente detenuto in carcere in virtù di una condanna in Appello per il reato di associazione di stampo mafioso. Nei suoi confronti la Dda ha sequestrato beni per 100 milioni di euro. Sulle elezioni che portarono alla sindacatura di Di Gennaro, definito dai giudici amministrativi come uomo di paglia sostanzialmente al servizio di Alfredo Cicala, fu proposta uninterrogazione parlamentare dallallora senatore Tommaso Sodano (Prc) e furono sporte diverse denunce da parte di Bernardino Tuccillo, ex sindaco di Melito ed attualmente assessore della giunta De Magistris al Comune di Napoli. Ebbene si legge nellinterrogazione parlamentare oggi Venanzio Carpentieri, già consigliere di maggioranza dellamministrazione sciolta che di fatto faceva riferimento ad Alfredo Cicala, e già capogruppo della Margherita nel medesimo periodo in cui Alfredo Cicala ne era il presidente e Giampiero Di Gennaro, occupano di nuovo posti di potere al Comune di Melito. Carpentieri in qualità di sindaco eletto alle amministrative del 2011 e Di Gennaro in qualità di componente dellufficio di gabinetto del sindaco.
Laboccetta fa riferimento inoltre alla sfiducia mossa allex sindaco Antonio Amente il 24 gennaio del 2011: Nulla di anomalo se non per le minacce ed intimidazioni provenienti dalla criminalità organizzata operante sul territorio che indussero i consiglieri di maggioranza, persone di fiducia di Amente, a rassegnare le dimissioni prosegue Laboccetta Per tali fatti Amente porgeva denuncia presso la Procura della Repubblica in data 28 marzo 2012 e lassessore al Comune di Napoli Bernardino Tuccillo, nel commentare i medesimi fatti, sosteneva a mezzo stampa la necessità che i poteri occulte debbano tenersi fuori dalla politica. Nel corso di una manifestazione pubblica di Sinistra Ecologia e Libertà, in presenza del già magistrato della Dda ed ex assessore al Comune di Napoli Giuseppe Narducci, Tuccillo si poneva stringenti interrogativi sulla tenuta della giunta melitese sui temi della legalità e delletica pubblica ricordando gli storici legami tra membri dellattuale amministrazione ed Alfredo Cicala. Contribuisce a rafforzare lo scenario di forte compromissione che segna il quadro politico-amministrativo di Melito la circostanza che al vertice di importanti società municipalizzate, nonché nel consiglio comunale, siedano talune persone, peraltro legate tra di loro da vincoli di parentela o affinità, con cointeressenze in affari con Alfredo Cicala.
Laboccetta fa inoltre riferimento al fatto che Roberto Saviano in un articolo su La Repubblica del 2011 si sia soffermato sulla sostanziale contiguità tra membri del Pd ed Alfredo Cicala. Dallinterrogazione presentata da Amedeo Laboccetta emergono anche altri particolari legati ad un recente caso di cronaca. Si aggiunge si legge nellinterpellanza parlamentare – che Giuseppe Rostan, fratello di Emilio Rostan, è indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, unitamente ad Alfredo Cicala, nel processo penale per la lottizzazione relativa al Parco Primavera che gli inquirenti ipotizzano possa essere stato edificato con i proventi del clan Di Lauro. Giuseppe ed Emilio Rostan sono in strettissimo rapporto di parentela con un consigliere comunale del centrosinistra. Stefano Rostan, esponente in Assise del Partito democratico, è infatti nipote dei fratelli Rostan citati nellinterrogazione presentata dal deputato piddiellino.
Si attendono le decisioni del ministro degli Interni Annamaria Cancellieri in merito alla situazione politico-amministrativa di Melito. Non è escluso che a breve possa essere inviata in Municipio la commissione di Accesso, anche se lo scioglimento, il secondo in meno di dieci anni, è unipotesi molto valida.