Boscoreale: veleni, denunce & manifesti dopo la caduta di Langella

Tra un «non sanno nemmeno dimettersi» su un manifesto del centrodestra e un  «Boscoreale finalmente libera» con tutta una serie di altri «Finalmente» posti ad elencare tutti i lati postivi derivati alla città vesuviana dalla defenestrazione di Gennaro Langella, fatto affiggere dal Pd è iniziata la «campagna d’estate» della «guerra» che, senza esclusione di colpi dovrà portare,  nella primavera del prossimo anno, ovvero nella prima data utile, all’elezione di un nuovo sindaco per Boscoreale. Il comune vesuviano da giovedì diciannove luglio scorso non ha più un sindaco perché, per effetto di quanto disposto dalla legislazione sullo scioglimento dei consigli comunali per dimissioni della metà più uno dei suoi consiglieri, avendo constatato la legittimità degli atti protocollati in comune, il Prefetto di Napoli ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale e la decadenza dalla carica di sindaco per Gennaro Langella. che, materialmente, dunque, non è più sindaco dalle 15 e 50 (l’ora del protocollo delle dimissioni) di giovedì 19 luglio 2012. Al suo posto c’è adesso il prefetto Michele Capomacchia, che dopo essersi insediato sabato 21 luglio, è materialmente arrivato in comune martedì 24. Ovviamente, l’ex sindaco Gennaro Langella non ci sta ad andare via senza tentare di aggrapparsi anche alla più tenue speranza di ritornare a «cavallo» in virtù di un ricorso che avrebbe in mente di presentare al Tar regionale. E, intanto spara a zero sui consiglieri della sua maggioranza che lo hanno «pugnalato» e li accusa di avergli votato contro perché lui non aveva ceduto a richieste e pretese.  «Dimenticando» dicono Pd, Udc e Idv «come chi gli aveva votato contro era diventato sua maggioranza quattro anni prima». L’amministrazione Langella, difatti, era quello che si dice «un’anatra zoppa»: ovvero aveva un sindaco ma non la maggioranza in consiglio comunale perché quella maggioranza se l’era conquistata il centrosinistra vincendo la prima tornata elettorale ma perdendo il ballottaggio del sindaco. Ma c’è di più. Non saranno solo i manifesti a fare rumore. Il centrosinistra, difatti,  ha annunciato di volere denunciare alla magistratura  le pressioni arrivate per far ritirare le firme ai dimissionari. «Le dimissioni – sottolinea l’ex consigliere Francesco Paolo Oreste – giungono al termine di una consiliatura che il signor Langella ha fatto di tutto per rendere politicamente frustrante finanche per gli appartenenti alla sua stessa maggioranza che, alla fine, si sono decisi a staccare la spina ad un sindaco che ha mortificato il senso stesso delle istituzioni democratiche svilendo il ruolo dei consiglieri, i reali rappresentanti dei cittadini, a quello di inutili spettatori della sua spericolata azione amministrativa». «L’Amministrazione Langella – osserva dal canto suo Luigi Buffone, ex consigliere del Pd boschese – non ha mai creato le condizioni per  un confronto civile e democratico  nelle Istituzioni consiliari». Continuando, poi, con l’elenco dei mali apportati dall’amministrazione: i cittadini sono stati costantemente ignorati  e allontanati dagli Istituti di Partecipazione del Comune (Consulte); non ha prodotto alcun atto che programmasse il futuro e lo sviluppo della nostra città; il promesso “piano parcheggi” al centro storico ha rappresentato l’ennesima beffa per cittadini e commercianti; ha lasciato cadere quelle speranze di crescita e sviluppo ereditate dalle precedenti Amministrazioni: Pip, Polo turistico culturale di Villa Regina, opere come l’Area Mercatale, ecc; le sue iniziative sono sempre state indirizzate in questi quattro anni in una costante campagna elettorale; ha condotto in modo pessimo la questione dei dipendenti comunali (assenteismo); ha spaccato il tessuto sociale della nostra comunità mettendo in contrapposizione le attese degli abitanti delle periferie con quelle del centro cittadino; ha gestito in modo diretto e clientelare anche i legittimi aiuti per le fasce deboli; la trasparenza nell’azione amministrativa è stata troppe volte un optional; ha provocato lo sfacelo e la distruzione  della  macchina comunale soprattutto in quei settori che erano stati in passato funzionali e produttivi. «Ecco – riprende Buffone – con Langella non cade solo un Sindaco, ma il progetto di coloro  che in nome dei valori (?) del Centrodestra (?) volevano far nascere un modo di amministrare “nuovo e alternativo”».

Monica Cardone

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