Castellammare, Sert: relazione choc sull’uso “estivo” delle droghe tra i giovani

Tossicodipendenze tra i giovani, è un’estate nera per il Ser.T. di Castellammare di Stabia. Sebbene mancano ancora alcune settimane al termine dell’estate, il Servizio di Tossicodipendenze e Dipendenze Patologiche di Castellammare di Stabia già riesce a tracciare un bilancio piuttosto negativo, se non allarmante, sugli usi e abusi di alcool e droghe tra i giovani e gli adulti.

Dopo gli ultimi sequestri di cannabis effettuati dagli uomini delle forze dell’ordine tra le aree comunali di Castellammare, Gragnano, Pimonte, Casola e Lettere e l’arresto dei due giovani pusher di S. Maria la Carità registratosi sulla spiaggia di Alimuri di Meta, i medici e gli operatori sanitari lanciano un nuovo campanello d’allarme agli ambiti sociali e ai servizi sociali dei singoli Comuni, le associazioni di volontariato, le associazioni di servizio e le cooperative sociali che sono presenti ed operano nel territorio, sugli usi e abusi di droghe leggere e pesanti, alcool e sostanze chimiche stupefacenti.

L’intervento emesso dal direttore del Ser.T., il dottore Bruno Aiello, è riferito al territorio stabiese e dei comuni del comprensorio dei monti e sottolinea gli aumenti di usi e abusi di droghe ed alcool registrati nel periodo estivo, causati principalmente dal diffondersi di disagi e problematiche giovanili.

Tali consumi, alimentano anche le false speranze nei giovani disoccupati, intenti ad intraprendere una rischiosa “carriera” da venditori di erbe e stupefacenti di ogni tipo, magari seguendo le mode del momento della movida estiva. Secondo il Servizio di Tossicodipendenze diretto dal direttore responsabile, il dottore Bruno Aiello, il fenomeno delle tossicodipendenze e delle dipendenze continua ad essere, purtroppo, un fenomeno dinamico ed in continua crescita e trasformazione, registrando un aumento graduale dell’uso e del consumo di sostanze stupefacenti fra i ragazzi ed i giovani con l’età media dei consumatori abituali che si attesta tra i 28 ed i 32 anni, rilevando un invecchiamento dell’utenza “storica”. In aumento anche i consumi tra gli adolescenti ed i giovanissimi.

Ma secondo le indagini e gli studi condotti durante tutto l’anno, ci sono altri dati allarmanti che fanno preoccupare: secondo gli studi formulati dal Ser.T., cannabis ed eroina, tenendo conto anche quella fumata, torna ad essere la sostanza primaria di abuso fra i giovani, dopo qualche flessione negli anni scorsi rispetto all’utilizzo della stessa, unitamente alla cocaina e ai cannabinoidi utilizzati in età sempre più adolescenziale, mentre l’abuso di alcool tra i giovani è una costante in aumento, divenuto ormai un’abitudine soprattutto per i più giovanissimi.

Sugli ultimi dati raccolti dall’inizio dell’anno fino ad oggi, il dottore Bruno Aiello e la sociologa Rosa Abagnale Ovallesco tengono a fare alcune considerazioni sugli ultimi otto mesi di attività svolte al Ser.T.: “Purtroppo continuano a registrare usi e spaccio di fumo, droghe e stupefacenti, soprattutto in un momento di svaghi, quali vengono ritenuti quelli vissuto il sabato sera. Non tempo di svago, ma test di personalità – questa è la diversa lettura che dà il dottore Bruno Aiello del “sabato sera” come attualizzazione del “senso dell’essere” del giovane – dove il giovane cerca il senso dell’essere, da non confondere con il “senso della vita” e leggere il sabato sera in questa ottica è un modo per sostenere il senso dell’essere dei nostri stessi giovani. Per i nostri ragazzi il sabato sera si configura non come tempo di svago, ma di vero lavoro, un lavoro concentrato in poche ore, che “sfianca” e perciò molto spesso finisce in alcool, droga ed erbe da fumare, come confermano gli ultimi frequenti sequestri di piantagioni di marijuana disposti sui nostri territori.

Normalmente il sabato sera inizia non ad un orario, ma dove comincia quell’“altro” mondo diverso dalle mura di casa, mondo dove gli adolescenti anche quei pochi che si astengono, sanno di “dover” entrare senza sapere “come”, anche perché nessuno lo spiega prima, alla ricerca di un essere da realizzare poi nel corso dell’esistenza. I giovani realizzano ciò soprattutto vivendo il gioco del sabato sera – conclude il dottore Bruno Aiello – giocando quel gioco duro dove  si confrontano identità, libertà, sessualità e socializzazione senza la protezione familiare, come è giusto che sia, perché da quella protezione è giunto il momento di uscire. Dalla nostra analisi possiamo affermare che non è “lo sballo” che essi cercano, ma, in modo concentrato, maldestro e disordinato, è quella ricerca di senso dell’essere che non possono evitare e da cui escono rafforzati o sconfitti e, in alcuni tragici casi, purtroppo cadaveri”.

Vincenzo Vertolomo

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