Nell’aera vesuviana sono evidentemente irrisolte le contraddizioni tra il suo patrimonio ambientale, storico, culturale e la insufficiente qualità della vita che essa esprime. In aggiunta, un territorio “difficile” è maggiormente vulnerabile alle più disparate insidie che ne condizionano negativamente i sistemi della quotidianità, della sicurezza, della produttività e del benessere. Queste insidie attentano soprattutto al mondo dei giovani, pregiudicandone molte delle potenzialità.
In un simile contesto ed in una difficile congiuntura economica è possibile reagire in due soli modi: o guardare altro o guardare oltre.
La nostra storia è lì a ricordarci che troppe volte siamo stati indotti a guardare altro: altri luoghi ove cui emigrare, altri modelli di sviluppo cui guardare, tutti troppo lontani dalla nostra tradizione, troppo distanti dalle nostre vocazioni, troppo penalizzanti le nostre capacità. Quante volte e per quanti secoli i nostri artisti-artigiani hanno prestato il loro duro ed oscuro lavoro per rendere nobili altre architetture di altri lontanissimi luoghi. Abbiamo lasciato sventrare la nostra terra perché altri ne asportassero la preziosa pietra, perché per altre realtà diventasse organo vivificante. Ancora evidenti sono le ferite aperte e quelle cicatrizzate utilizzando rifiuti di ogni tipo e di ogni origine. In un mortifero e criminoso baratto.
Pensiamo che si possa e si debba guardare oltre. Imparare a leggere il nostro territorio oltre le sacche dell’indigenza, della precarietà e della emarginazione; oltre il degrado diffuso, il malessere che sfocia nella indignazione e nel rigetto di ogni cosa si rapporti con le Istituzioni.
Oltre tutto questo c’è quanto è seppellito. C’è la nostra Storia, la nostra Tradizione, la nostra Cultura: il nostro tesoro nascosto che aspetta di essere riportato alla luce. In uno sforzo unitario: gli Enti locali, la Scuola, la Famiglia, il mondo dell’Impresa, le Associazioni, insieme sono chiamati ad elaborare e condividere obiettivi e finalità. Occorrono scelte concertate e condivise. Oltre i campanili. Auspichiamo che tanti piccoli segmenti territoriali riscoprano quale impareggiabile risorsa vive nella condivisione di una comune matrice culturale, oltre che geografica. Nell’ambito delle politiche dello sviluppo socio-economico “fare sistema” tra realtà contigue non significa per ciascuna perdere qualcosa. Sommare le specifiche risorse territoriali consente di moltiplicarle. Solo allora il “sistema territorio” diventa strumento per il decollo economico, produttivo e perciò sociale.
In questa prospettiva la denominazione di Boscoreale “Terra della pietra lavica” è un’occasione imperdibile. Basta recuperare la piena consapevolezza che la pietra ha un’anima. Viva e vivificante, materia prima capace di stimolare nuove o sopite energie per una nuova imprenditorialità, specie giovanile, che si dimostri originale e creativa, due attributi evocati dall’immagine-idea del magma lavico.
Ma la pietra lavica dovrà essa stessa essere capace di “fare sistema”: primum movens per nuove ed adeguate proposte di sviluppo economico-produttivo che mettano in rete settori solo apparentemente distanti. Occorre una sinergia imprenditoriale che promuova finalmente lo sviluppo di un progetto multimediale di turismo culturale.
L’Associazione F.O.R.M.A.T. o.n.l.u.s. auspica che l’Arte, grazie suo linguaggio universale, sia uno dei più concreti strumenti per il rilancio del nostro territorio: se l’Arte diventa elemento identitario di un territorio, allora quel territorio avrà ritrovato un dimensione nella quale la stessa Arte assume valore etico di promozione e sviluppo.
L’Arte è il motore del Progetto Expo 2012 di Boscoreale – Terra della Pietra lavica – il cui punto focale è la Rassegna d’Arte Contemporanea “Art’è Magma” che si terrà il 7/8/9/ settembre 2012 presso l’Istituto Superiore Vesevus di Boscoreale (NA).
Artisti, unitamente a validi Artigiani, provenienti anche da altri territori e culture, esporranno opere che hanno come denominatore comune l’utilizzazione del magma quale materia prima e/o quale “soggetto-oggetto protagonista.
La rassegna sarà anche un’occasione straordinaria per gli stessi studenti dell’I.I.S.S. Vesevus di interfacciarsi attivamente con il mondo dell’Arte, del Lavoro e dell’Impresa, in modo da poter portare il loro contributo di idee e di proposte di sviluppo per il nostro territorio.
Il titolo “Lancio la prima pietra”, riferito alla prima edizione della Rassegna, intende interpretare ed esprimere l’intenzione attiva di chiunque voglia consapevolmente contaminare, con il proprio contributo di creatività, impegno e formazione, un evento che vuole essere anche l’occasione per “lapidare” molti dei disvalori che ancora minano la dignità del nostro territorio.
“… non inchiniamoci di fronte all’ineluttabilità. Ma chiniamoci a raccogliere la nostra pietra. Lanciamola. Con coraggio e consapevolezza. Non uno. Ma mille riflessi. E mille riflessioni. E tanta nuova luce …”