Portici, quando la “casta” snobba anche i privilegi

Privilegi senza fine. Se è vero che il gettone di presenza dei consiglieri comunali è a dir poco misero a confronto con gli stipendi d’oro dei colleghi che siedono in Regione e in Parlamento, è altrettanto vero che anche gli amministratori locali godono di numerosi privilegi. Dopo l’inchiesta portata avanti dal nostro giornale, sui consiglieri che non pagano il grattino delle strisce blu esibendo il contrassegno del comune di Portici, ecco un altro privilegio riservato solo alle coalizioni politiche: megasconti sulle affissioni dei manifesti. Infatti, le tariffe imposte dall’ufficio affissioni del comune variano a seconda del numero dei manifesti da attaccare e dalla zona in cui sono affissi (nel centro città costerà di più della periferia n.d.r.). Se, ad esempio, un privato si rivolge all’ufficio comunale per l’affissione di cinquanta manifesti di dimensione 70 per 100 (dimensione abitualmente usata dai partiti politici n.d.r), pagherà una tassa di circa 156 euro. La stessa quantità e dimensione dei manifesti, a un partito politico, costerà soltanto 45 euro.  Uno sconto che, a quanto pare, ai politici locali non basta. La maggior parte dei manifesti affissi sulle mura cittadine sono abusivi. Un manifesto affisso in maniera regolare viene riconosciuto perché è attaccato negli spazi comunali ed ha il timbro dell’ufficio pubbliche affissioni. Molti partiti politici, invece, aggirano tutte le norme e le prassi previste per affiggere i manifesti, rivolgendosi prima alle tipografie per la stampa della locandina e poi a un privato per farla attaccare sulle mura della città. Con questa manovra viene scavalcato l’ufficio pubbliche affissioni, quindi nessun introito per le casse comunali. Nello scorso mese di luglio, i partiti porticesi hanno dato vita a una vera e propria “guerra dei manifesti”, tutti rigorosamente abusivi. Prima delle ferie estive, furono ben sette i manifesti affissi dalle varie coalizioni dove venivano lanciate accuse, repliche e polemiche. Ad aprire le danze furono i Verdi, poi a seguire, Democrazia Cristiana (con due manifesti), il centrodestra unito in un unico manifesto, Sinistra e Libertà, Popolo della Libertà e Partito Democratico. A rispettare gli spazi comunali e pagare la tassa prevista, invece, sono state La Destra – nell’occasione della commemorazione dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino – e il Movimento Cinque Stelle, in occasione della “Festa delle Stelle”. Con le dimissioni del sindaco Enzo Cuomo e la previsione del voto anticipato, il numero di manifesti selvaggi affissi sulle mura cittadine potrebbe crescere in maniera esponenziale.

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