Scavi di Pompei: Striscia la Notizia, visita “guidata” con custode

Dopo Ercolano, Pompei. Così esordiva Luca Abete, giornalista di Striscia la Notizia,  nel suo servizio sul sito vesuviano. Le due città  sarebbero vittime non solo del Vesuvio ma anche delle guide abusive che, in alcuni casi, come si evince dal video, sono anche custodi. Il programma satirico è approdato nell’area archeologica  per verificare  la veridicità delle segnalazioni effettuate dalle guide autorizzate che hanno più volte denunciato il fenomeno. La troupe di Striscia ha utilizzato a Pompei la stessa tecnica messa in atto alcuni mesi orsono negli scavi di Ercolano. Degli attori, fingendosi turisti, hanno avvicinato il personale di vigilanza chiedendo di effettuare una visita guidata. Alcuni custodi, come appare nel filmato, si sono offerti di svolgere tale prestazione  al costo di 30 euro.  La troupe del programma è tornata, dopo qualche giorno, e ha ripreso alcuni addetti alla vigilanza mentre svolgevano nuovamente l’attività di guida, sembrerebbe addirittura in un luogo transennato, quindi interdetto al pubblico. Come ha sottolineato il conduttore Ezio Greggio, il malcostume di pochi non può offuscare l’immagine di un sito unico al mondo, ma la  direzione dovrebbe adottare misure in grado di reprimerlo sul nascere. L’intervista alla dott.ssa Grete  Stefani, Direttore degli Scavi,  ha dimostrato che il fenomeno era tra l’altro già conosciuto, ma, come si sostiene sempre in questi casi, difficile da debellare. Il servizio di Canale5 è stato duramente stigmatizzato dal responsabile della Cisl- FP  Antonio Pepe. Ad avviso del sindacalista si tratta dell’“ennesima denuncia mediatica dei “Custodi tuttofare” che non riflette la situazione nella sua reale integrità e spara nel mucchio contro tutti i lavoratori degli Scavi di Pompei, facendo quasi apparire come se tutti i custodi, durante il servizio, anziché assicurare la salvaguardia del bene archeologico, si dedicassero a fare da guida abusiva, pur sapendo che solo una piccola minoranza, ben circoscritta, pratica queste attività illecitamente. L’episodio ripreso alcune settimane fa e montato ad arte offende tutti coloro che hanno rispetto del loro lavoro e dedizione nello svolgerlo”.  “La CISL di Pompei” continua Pepe “chiederà che venga fatta un indagine per verificare anche il contenuto integrale del filmato affinché si evinca anche se c’è stata istigazione o spontaneità all’inconsueta attività di guida da parte di qualche custode”. Al di là della gravità dell’episodio, tutto da accertare, molte sono le perplessità che restano. Perché delle due l’una. O è un caso mediatico montato ad arte, come sostiene il sindacato, e tutto va bene. O è un fenomeno conosciuto, e allora la Soprintendenza dovrebbe intervenire ed estirpare la mala pianta che vi alligna. Altrimenti non c’è da meravigliarsi dell’attenzione senza precedenti che il governo centrale ha concentrato sui 105 milioni di euro dell’UE, esautorando, di fatto, la SANP. La sensazione è che non si tratti solo di evitare l’influenza della malavita, ma anche di prevenire i danni della mala gestione pompeiana, i cui segni sono tuttora visibili nel sito. Perché se non si riesce a controllare il personale, figurarsi se si è in grado di gestire degli appalti europei. Sulla tutela ovviamente stendiamo un velo pietoso, sarebbe un’impresa ciclopica e non se ne parla neanche. Pompei intanto muore. Stavolta di vergogna.

                                                                                                                    Claudia Malafronte  

 

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