Ci sarebbero altre armi in due container dei cinque sequestrati venerdi’ scorso dalla Polizia marittima nel porto di Napoli. Nonostante il fitto riserbo imposto dagli inquirenti sull’esito dei controlli nei container che avevano come spedizioniere un cittadino egiziano in stato di fermo per detenzione di armi, da indiscrezioni emerge che le ulteriori perquisizioni avrebbero permesso di trovare ancora armamenti nascosti nel carico. Intanto è stato convalidato dal gip Carlo Modestino il fermo del cittadino egiziano bloccato sabato scorso mentre cercava di imbarcare per l’Egitto cinque container carichi di pistole lanciarazzi. L’uomo, uno spedizioniere, ha risposto alle domande del giudice sostenendo che ignorava il vero contenuto dei container, ma era convinto che si trattasse di laterizi. Alcuni documenti ritrovati nella camera d’albergo in cui alloggiava, invece, proverebbero che l’egiziano fosse a conoscenza che il carico era costituito da armi. Del caso al momento si occupa la sezione criminalia’ comune della Procura, coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Melillo, e non il pool di pm che seguono le indagini sul terrorismo, coordinato dall’aggiunto Rosario Cantelmo. Per i prossimi giorni e’ previsto un interrogatorio del cittadino egiziano. Il primo container era stato aperto sabato scorso dagli agenti della Polmare; successivamente anche gli altri quattro sono stati ispezionati ed e’ stato chiarito che il contenuto e’ lo stesso, cioe’ pistole lanciarazzi smontate. Restano ignoti, tuttavia, i destinatari delle armi e l’uso che ne sarebbe stato fatto.