Le perenni buche di Gragnano

E’ quasi Natale, si adornano, come tutti i comuni, le vie principali. Come quasi tutti i paesi, il bello e luccicoso dell’alto tozza col suolo. Per ogni insieme di led atti a proporre temi tipici del periodo, c’è proprio sotto il palo della luminaria, almeno una buca, maggiormente evidenziata dalla luce bianca. Si potrebbe invertire la cadenza delle luminari e delle fosse? O, per lo meno, delle sole fosse? Sarebbe troppo sperare e chiedere di ritrovarcele tra i piedi e tra gli pneumatici solo una volta all’anno? Magari col sentimento di bontà che pervade ogni animalesco animo, le si potrebbe pure rivalutare. Il problema è vecchio. Vecchio quanto l’asfalto. È grottesco che il pronto intervento accorra e tamponi sempre solo là, dove un po’ di pioggia ha permesso al precedente rattoppo di straripare. Lo stesso manto è invaso da crepe, a testimoniare quanto si investa sulla pavimentazione stradale. Gragnano non può permettersi il lusso di una giornata di pioggia poiché, il giorno seguente, la circolazione rasenta lo slalom con risultati raccapriccianti: evitare un fosso per lambire gli orli di due fossi e visitarne quattro. Si sceglie di rendere il paese ‘caldo’ per quindici giorni all’anno, con decorazioni anche, va scritto, almeno in tema (si è assistito a sperpero, negli anni addietro, di danaro in fitto di palme caraibiche  ed annessi cocchi, come addobbi natalizi). Ma si accantona la viabilità, la comoda viabilità anche a piedi. Magari le belle luci in alto assolveranno a vari compiti: oltre a ricordarci di quando sia vicina la natività, ci devono distrarre sul ‘dove poggiamo i piedi’?

Anna Di Nola

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