Pompei, marittimo rapito: la Chiesa esprime vicinanza alla famigli D’Alessio

Ancora nessuna notizia giunta in merito al rapimento dei tre marinai caduti nelle mani dei pirati nigeriani, domenica 23 dicembre 2012, al largo del mare di Lagos. Dei tre uomini, uno è nativo di Pompei, Giuseppe D’Alessio, 30 anni, sposato con una donna argentina e padre di due bambine. Il destino dei tre giovani uomini, marittimi di professione, si è scontrato con la brutalità di uomini senza scrupoli, pirati di oggi, che vivono di scorribande ed arrembaggi, seminando paura. Per ora, non si sa alcuna notizia in merito ai marinai del rimorchiatore Asso 21. Una cosa è certa però: da quando si è appresa la notizia, la città di Pompei vive ore di speranzosa angoscia, fiduciosa di poter riabbracciare al più presto il proprio concittadino. Così come era stato annunciato dall’amministrazione comunale nei giorni scorsi, sulla facciata di palazzo De Fusco (sede municipale) campeggia uno striscione con la foto sorridente di Giuseppe. L’augurio è quello che il giovane, così come gli altri due suoi colleghi, possa ricongiungersi alla sua famiglia. In queste ore anche la Chiesa di Pompei, nelle figura del neo Vescovo Tommaso Caputo, ha espresso profonda vicinanza ai parenti dei sequestrati, originari della provincia di Napoli. In particolare, si stringe attorno alla famiglia del motorista Giuseppe D’Alessio, nativo di Pompei, che avrebbe dovuto fare rientro in famiglia per le festività natalizie. L’intera Chiesa di Pompei prega affinché la vicenda possa concludersi, nel più breve tempo possibile, con la liberazione degli ostaggi. Seguiremo costantemente la vicenda per un puntuale aggiornamento in merito ad eventuali sviluppi.

Marianna Di Paolo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano