Vico Equense: lotta alla criminalità, Gennaro Cinque assente in consiglio comunale

Un Consiglio Comunale carico di tensione quello che si è tenuto mercoledì scorso a Vico Equense. Uno degli argomenti, la lotta alla criminalità organizzata, ha dato la stura alla insofferenza delle minoranze che, sdegnate per l’assenza del Sindaco Gennaro Cinque, hanno abbandonato l’aula prima di votare un documento preparato dalla maggioranza.

Già da molti mesi l’argomento era relegato ai punti più remoti all’ordine del giorno. L’allarme era scattato il seguito all’agguato a Marina di Vico che aveva visti coinvolti soggetti della malavita di Castellammare di Stabia nella notte di Ferragosto. Finalmente se ne è discusso nel primo consiglio comunale del 2013, ma non si è riusciti ad arrivare a un accordo e a un documento comune tra maggioranza e opposizione per l’assenza del Sindaco che ha mandato la minoranza su tutte le furie.

Il primo a prendere la parola con una interrogazione sull’argomento camorra è stato l’avv. Dilengite. Il consigliere Savarese, visto che l’argomento era all’ordine del giorno, ha proposto di aprire un confronto che coinvolgesse tutti i consiglieri, evitando l’interrogazione che, per regolamento, non può essere dibattuta. Ma, Dilengite non ne ha voluto sapere e ha posto una serie di quesiti che da mesi attendono risposta. Una risposta politica, secondo l’avvocato Dilengite, e non tecnica,  principalmente su alcuni appalti nei quali era ben nota la presenza di ditte collegate alla malavita. Dilengite ha riaperto la questione del parcheggio interrato di piazza Mercato e sulle vicende giudiziarie che hanno coinvolto una delle ditte appaltate. Se dal punto di vista tecnico il Comune ha seguito un iter corretto, Dilengite si chiede perché dal punto di vista politico il comune, in entrambi i giudizi amministrativi di primo e secondo grado non si sia costituito (Parte Civile). E perché, una volta assodato che era ragionevole presumere connivenze camorristiche di una delle ditte appaltate, non ha pensato immediatamente di revocare l’aggiudicazione dell’appalto, come fatto in altre occasioni, per esempio per la via Antignano. Dilengite ha voluto anche puntualizzare con forza che non stava muovendo alcuna accusa di connivenze del Comune o di suoi rappresentanti con organizzazione malavitose, ma poneva l’accento sulla mancanza di un comportamento “virile”, vigoroso, del Comune di fronte a situazioni che di fatto costituivano un pericolo per il territorio di Vico Equense.

Finito l’intervento di Dilengite si è passati al primo punto all’ordine del giorno, ovvero l’approvazione del nuovo Regolamento Comunale. L’ira dei Consiglieri di minoranza è scattata nel momento in cui si è preso atto che il Sindaco Gennaro Cinque  non sarebbe arrivato in tempo per partecipare alla discussione sulla lotta alla criminalità e, nonostante le giustificazioni del Presidente del Consiglio Matteo De Simone che comunicava la necessaria presenza del Sindaco a una riunione pressola Napoletana-Gas, si è scatenata la bagarre. Per primo Dilengite ma poi anche Starace, Maresca, Scaramellino hanno abbandonato l’aula in preda alla collera e allo sdegno.

La maggioranza ha proseguito il lavoro, pur rammaricandosi per l’abbandono dei suddetti consiglieri.

Il vicesindaco Migliaccio ha voluto ribadire che saranno prese tutte le strade necessarie a proteggere cittadini e territorio dalle infiltrazioni camorristiche. L’assessore Ferrara ha risposto alle domande di Dilengite, sia pure in sua assenza, dando una spiegazione “tecnica” e tralasciando quella “politica” alla quale l’avvocato teneva tanto. Infine è stato approvato un pacchetto di attività di contrasto alla criminalità, letto dalla Consigliera Eusebio, che avrebbe potuto  essere migliorato con il contributo di tutti. Invece l’unanimità si è raggiunta con l’assenza delle minoranze.

In conclusione, dopo tanti mesi di attesa, un argomento importantissimo per il benessere sociale di Vico Equense è stato trattato nel peggiore dei modi per diversi motivi, tra i quali soprattutto l’assenza del Sindaco Cinque che avrebbe potuto e dovuto presenziare e  mandare piuttosto un delegato alla Napoletana-Gas.

Maria D’Ordia

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