Pompei, “Parco Maria”. Gli appartamenti si pagano due volte. 35 proprietari rischiano l’espropriazione immobiliare

9042_464_1 La casa si paga due volte. Questa la spada di Damocle che pende sulla testa di 35 condomini residenti nel “Parco Maria” di via S.Abbondio. La società edile fallisce e la nuova che subentra avanza richiesta di pagamento dell’intero valore di ogni appartamento. E poco importa se la maggior parte dei proprietari ha già quasi pagato per intero la cifra per l’acquisto dell’immobile. La nuova ditta va dritta per la propria strada, avanza richieste perentorie. L’alternativa è quella dell’esproprio immobiliare. Una vicenda complicata quella in questione che parte alcuni anni fa, quando la società edile “Beta Costruzioni srl” contrasse un mutuo indiviso dal Credito Fondiario di Roma. Lo scopo era quello di costruire degli appartamenti, in totale un centinaio a Pompei, in via S.Abbondio. E così è stato. Il complesso residenziale è conosciuto ai più con il nome di “Parco Maria”. Fin qui tutto appare normale, prassi consueta nel mondo delle costruzioni edilizie. Ma la vicenda si complica quando la “Beta Costruzioni srl” comincia a cedere sotto i colpi della difficoltà economica. La ditta decide di cedere i beni immobili gravati da mutuo ad una nuova impresa edile, la “Beta srl”. Nome quasi simile, garanzia di continuità per i 35 condomini. Ma così non è stato. I proprietari che avevano acquistato gli appartamenti dalla “Beta Costruzioni srl” si trovano a dover fare i conti con una realtà diversa e con la richiesta di un pagamento ex novo. La casa comprata, dovrà essere pagata due volte dunque. E, a farne le spese, i 35 malcapitati. In realtà le persone che hanno acquistato l’appartamento prima dalla “Beta Costruzioni srl” e, successivamente, dalla “Beta Costruzioni” hanno pagato quanto era dovuto. Ad essere omissiva è stata la “Beta srl” che dopo aver riscosso somme consistenti dalla vendita degli immobili, non ha frazionato il mutuo, rendendosi insolvante con il Credito Fondiario di Roma. Una vicenda complessa per la quale il Comitato “Parco Maria” chiede l’intervento della Magistratura per far luce sulla verità dei fatti. Giovedì 23 maggio, alle ore 19.30,  il Comitato delle palazzine si è riunito per fare il punto della situazione. Riceviamo e pubblichiamo di seguito il comunicato che ci è stato inviato:

La Società “Beta Costruzioni” S.r.l., agli inizi del 1990,  contrae un mutuo indiviso dal Credito Fondiario di Roma per la realizzazione di 100 alloggi in Pompei loc. S. Abbondio. Il P.L. (Piano di lottizzazione) è denominato “Parco Maria”. A causa di  difficoltà economiche, la società cede ad altri la i beni immobili costruiti ed in costruzione. Intanto la Beta Costruzione ha già venduto gran parte del realizzato. I sub-entranti trasformano la denominazione originale della società che prende il nome di “Beta” S.r.l., facendo intendere, nell’equivoco ingenerato, una continuità gestionale del complesso immobiliare. La nuova società acquisisce l’intero patrimonio immobiliare compreso il mutuo fondiario. Gli acquirenti, che in buona fede, hanno acquistato gli immobili, prima dalla Società “Beta Costruzioni” S.r.l. e successivamente dalla “Beta” S.r.l. hanno stipulato contratti di acquisto e compromessi versando ingenti cifre.

La Società subentrante dopo avere incassato le somme di danaro dalla vendita, non fraziona il mutuo e si rende insolvente nei confronti del Credito Fondiario, che intima, a più riprese, la restituzione del mutuo. Il venditore, cioè Beta s.r.l., tiene gli acquirenti completamente all’oscuro di quanto stava avvenendo. L’epilogo si ha quando la società viene condotta, attraverso i suoi amministratori, al fallimento. Intanto il responsabile della società o presunto tale, detiene numerosi alloggi per sé e per i suoi più stretti familiari. Il protagonista della vicenda e cioè colui a cui si faceva riferimento per la stipula degli atti, detiene, in questo complesso, un superattico con piscina ed ognuno dei figli un appartamento. Il suo socio in affari possiede cinque alloggi. 

Il Credito Fondiario, grazie alla legge sulle cartolarizzazioni, vende il credito vantato nei confronti della Beta, oramai dichiarata fallita. La nuova società creditrice si rivale sugli ignari acquirenti, non per le somme eventualmente dovute dai singoli ma per l’intero importo. Cioè ad ognuno degli acquirenti viene chiesto l’intero mutuo che compresi gli interessi ammonta a € 16 milioni.  Da precisare che gli atti notarili sottoscritti prevedevano la esatta quota di mutuo da corrispondere. Ma ciò a nulla è valso. Il mutuo non viene frazionato e si rivendica l’intero importo in termini complessivi, non le singole quote di mutuo che i proprietari degli immobili sarebbero ben lieti di corrispondere. Quest’ultima, società di comodo della Pirelli Re, la Sacrantina s.r.l. è cessionaria alla Prelios, società quotata in borsa, sebbene fortemente indebitata per circa 185 milioni di euro ed un capitale sociale di appena 10 milioni di euro. (Vedi Corriere della Sera). Nonostante vari ricorsi e giudizi presso il Tribunale di Torre Ann. ,a  tutt’oggi, non è stato possibile sapere a che prezzo è stato acquistato il credito. Di solito si parla di 3-4% del valore effettivo. Quindi una somma ridicola. Ma nessuno magistrato accerta il vero valore della transazione.

E’ possibile, ci si chiede, che ancora oggi, una società immobiliare possa accedere al fallimento senza chiedere una possibile transazione con il creditore sulla scorta di mutui riconosciuti dalle parti? Ovviamente l’allarme è generale e sono nel panico più di trenta famiglie che stanno correndo il rischio di espropriazione immobiliare con la perdita del bene, faticosamente acquistato. Il Comitato chiede ai Magistrati torresi una tutela dei propri diritti, la sospensione degli atti esecutivi di vendita immobiliare, in attesa di un accertamento sulla reale consistenza immobiliare e patrimoniale della Beta s.r.l.;

Inoltre: se corrisponde al vero che molti alloggi sono stati venduti senza gravame di mutuo; se è possibile, a fronte di un mutuo indiviso, vendere i suddetti alloggi; se non si ritiene opportuno un accertamento sulla reale consistenza di detti alloggi ed a chi sono stati alienati; di conoscere a che prezzo è stato acquisito il credito immobiliare dalle soc. Sacrantina/Prelios; se le due suddette società operano sul recupero credito o se, viceversa, hanno messo in piedi una mostruosa speculazione sulla povera gente; se corrisponde al vero che l’operazione è stata artatamente messa in piedi al solo fine di rientrare nel possesso dei beni venduti dalla stessa soc. Beta o chi per esso; se, una volta accertato la reale consistenza patrimoniale della Beta, possono essere soddisfatti i creditori e se vi sono margine per ripianare il debito anche attraverso una equa ripartizione tra gli attuali proprietari degli immobili.

I proprietari degli immobili che sono oltre 35 famiglie, si sono visti, intanto, recapitare, senza alcun avvertimento preventivo atti ingiuntivi per il pagamento di somme esorbitanti con il rischio dell’espropriazione immobiliare. Si eccepisce da tutto questo che la procedura fallimentare sia stata con astuzia perseguita al fine poi di rientrare in possesso degli immobili, una volta posti all’asta, dagli stessi personaggi che hanno portato al fallimento la Beta, lucrando e speculando sulle disgrazie di ignari acquirenti. Una più attenta valutazione dovrebbe essere messa in atto dagli stessi magistrati che hanno affrontato il problema e che con molto superficialità stanno emettendo sentenze che non tutelano i cittadini ma i grandi speculatori. Si chiede, alla Magistratura di fare piena luce su tutta la vicenda; che venga esplorato l’intero patrimonio immobiliare della Beta per accertare se lo stesso possa esaurire il credito vantato dalla Sacrantino; che vengano sospese le procedure di espropriazioni fino all’accertamento della reale consistenza patrimoniale della Beta. Intanto anche coloro i quali avevano stipulato atti notarili con accollo di quota parte di mutuo, sono nella impossibilità di fare fronte alla situazione, né sono mai stati compulsati per addivenire ad un eventuale transazione. Quale difesa ha il cittadino rispetto ad operazioni speculative di questo tipo ove è giusto pensare, verranno utilizzati capitali di incerta provenienza? (Comunicato Stampa)

                                                                       Il Comitato proprietari del “Parco Maria” – Pompei     

Una situazione complessa per la quale i cittadini chiedono una maggiore tutela dei propri diritti. I 35 proprietari scongiurano l’ipotesi di un doppio pagamento per lo stesso immobile. E la prospettiva dell’esproprio edilizio inquieta. Che fare?  Una soluzione a questa storia si deve trovare. Ed è per questo che il Comitato “Parco Maria” fa appello alla Magistratura, alle autorità competenti. In bilico c’è il futuro di tante famiglie. Seguiremo da vicino i futuri sviluppi della vicenda per un costante aggiornamento.

Marianna Di Paolo                                                                              

 

                                                                                 

                                                                                                          

 

 

 

 

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