Striano, cultura: presentato “Mesolino, il pianto dei noccioli”

295038_4412709530420_791270653_nÈ stato presentato presso il Falco Sport Village “Mesolino, il pianto dei noccioli” di Angelo Sirignano.

Ad aprire la presentazione i saluti del sindaco Antonio Del Giudice e a moderarne il conseguimento le sapienti domande del relatore Francesco Gravetti. Il tutto impreziosito dalla lettura di brani tratti dal romanzo affidata a Laura Ferrara, vicepresidente della Pro loco di Striano, e da intermezzi musicali ad opera di Rino e Felice La Manna, componenti del gruppo folk “La voce della tamorra”.

L’autore, avvocato viscianese, con questo esordio letterario racconta un omicidio consumato tra le campagne del suo paese nel lontano 1958. Ad essere ucciso è Mesolino, suo bisnonno materno.

La suddetta vicenda però è stata solo l’input che lo ha spinto a scrivere questo libro, per cui nonostante i numerosi spunti autobiografici, rimane comunque un’opera “romanzata”.

Tra i temi trattati, quasi a sviscerare le componenti più avvincenti di questo scritto, quelli del “provincialismo”, del “coraggio” ed il concetto di “giustizia”.

“Nell’immaginario collettivo i paesi erano luoghi tranquilli, in cui si producevano cose buone. L’io narrante del romanzo infatti, ha un approccio con la città traumatico, perché presenta uno stato caotico, a cui non è abituato. Ultimamente però, questa linea di pensiero sembra essersi modificata a sfavore di questi piccoli paesi, nei quali le città riversano i loro scarti. Basta pensare alle discariche.. Non tollero le discriminazioni, a maggior ragione quelle di tipo geografico”. Opina così Sirignano, che in merito al concetto di giustizia aggiunge: “È stato un passaggio necessario all’interno del romanzo. Leggendolo si evince come alcuni personaggi ne hanno una visione distorta. Per questa ragione, l’avvocato a cui si rivolgeranno cercherà di istruirli in questo senso, trasmettendogli una giustizia intesa in termini di valore e bene comune. Se ognuno di noi rispettasse le regole, contribuirebbe ad aumentare la qualità della vita. Questo è il messaggio che ho voluto lanciare”.

Ed è ciò che in fondo accade in questa storia, è un “Morire per il proprio modo di essere” così come si legge dalla riflessione della voce narrante. Un morire “per il proprio spirito di servizio” sottolinea Sirignano.

“Mesolino è l’esempio lampante degli aspetti principali dell’etica pubblica, inteso come forte senso di rispetto delle istituzioni e che purtroppo non ha un colpevole, data la morte del condannato prima del giudizio in appello”. Un paradosso dunque, che viene narrato perché: “È un atto dovuto al mio paese, che ringrazio, per avermi reso così come sono”.

Francesca Coppola

 

 

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