Regione, gestione rifiuti:inceneritori, la partita si riapre?

inceneritoreLa questioni inceneritori si riapre di colpo: stavolta sono le parole del neo ministro all’ambiente Andrea Orlando a suscitare polemiche e reazioni su questo tema.  Pochi giorni fa l’Ue ha condannato l’Italia ad una multa di 8 milioni al giorno (che tuttavia potrà essere rinviata, congelata o sospesa): le cause di questo provvedimento sono ascrivibili soprattutto alle colpe dell’indecente gestione rifiuti in Campania. Ed ecco che quindi il governo, per evitare la pesante multa, torna a dettare la linea sui rifiuti: inceneritori a Napoli e Salerno e commissari per superare i paletti degli enti locali.

Il neo ministro Orlando (che precedemente ha ricoperto anche il ruolo di commissario cittadino del PD, quindi dovrebbe conoscere bene il territorio) ha affermato: “Oggettivamente c’è stata una crescita della differenziata ed è anche possibile che l’impiantistica sia superiore alle esigenze attuali ma d’altro canto non possiamo far passare l’idea che si rinuncia agli impianti. – ha continuato il ministro – Per questo da un lato faremo valere i progressi fatti, come l’aumento medio della differenziata a livello regionale, dall’altro siamo in grado di mettere in campo le procedure giuste per avviare gli inceneritori. Poi vedremo, strada facendo, se tutti saranno necessari. L’unica strada altrimenti le conseguenze sono due: blocco dei finanziamenti e sanzioni che rischiano di essere pesantissime. Una bastonatura che non possiamo permetterci”

Attualmente il sindaco di Napoli si trova a San Francisco, per (tra le altre cose) studiare la città senza inceneritori e che attua il programma “rifiuti zero” (sottoscritto anche da Napoli). Il vice sindaco Tommaso Sodano, ex senatore, paladino delle lotte ambientali in Campania, ha prontamente replicato: ”Nessuno osi immaginare che il ricatto della multa possa far cambiare idea al Comune sul no all’inceneritore. Una tecnologia vecchia, inquinante, che ha problemi di gestione e di costi in tutto il mondo e anche in Italia.” – ha subito chiarito – “Noi vogliamo l’autonomia nella gestione dei rifiuti e siamo pronti ad accollarci grandi oneri: tre o quattro impianti sul territorio cittadino sono un grande sacrificio per i napoletani, siamo convinti e sicuri che due impianti di compostaggio e uno di trattamento a freddo dei rifiuti possano bastare affinché la crisi non torni mai più. – ha sottolineato il vice sindaco – I ritardi nell’attuazione dei siti sono imputabili al piano regionale e per questo c’è anche il blocco dei fondi. Noi abbiamo già individuato due aree; Napoli est per l’impianto meccanico a freddo, poi un impianto di compostaggio nella zona nord e un altro a occidente. Ci diano la possibilità di farli. Banche e imprenditori sono attenti e pronti a dare una mano con il project financing. Del resto il prodotto è sicuro, si tratta dei rifiuti. Inoltre potrebbe mettersi in moto un meccanismo occupazionale importante. In tre anni si può fare tutto” – ha affermato alla stampa il vice sindaco
Inoltre ha chiarito anche la questione dei fondi europei: “La Ue blocca 146 milioni per la differenziata perché manca il piano regionale, poi sempre la Regione ha 300 milioni di fondi da assegnare e non lo fa. La multa non è colpa del Comune, la Ue non dice quale impianto si deve fare, ma vuole un piano con degli impianti”. Per quanto riguarda l’inceneritore, l’osservazione è ineludibile: “Il 6 dicembre del 2012 abbiamo firmato un protocollo in Prefettura con il Governo che supera la questione inceneritore: del resto la Regione ci ha provato in tutti i modi a farlo – ha sottolineato Sodano –  Tutte le gare sono andate deserte e anche la procedura negoziale è fallita. Cosa c’entra il Comune? In Italia ci sono termovalorizzatori come quelli di Milano e Padova che non funzionano perché non hanno rifiuti da bruciare e non vogliono quelli di Napoli. Perché farne un altro nella nostra città quando c’è la possibilità di fare cose diverse? La lobby degli inceneritori è forte ma ora senza gli incentivi dei ”cip6” hanno dei problemi anche loro. Ripeto non vorrei dietro la questione dell’infrazione Ue ci sia un ricatto per il Comune”

In settimana ci sarà il primo faccia a faccia proprio a Napoli con il ministro  Orlando e le autorità locali: prevista la firma di un protocollo per lo smaltimento degli pneumatici e per spegnere la “terra dei fuochi”. Al momento non è dato sapere se questo provvedimento sia solo uno dei tanti rimasti sulla carta, come ad esempio quelli predisposti dall’ex presidente provinciale Luigi Cesaro. Secondo quanto dichiarato dal neo ministro Orlando, ora il monitoraggio delle aree a rischio sarà affidato alla sorveglianza dall’alto: ci sarà un aereo sofisticato che permetterà di segnalare i roghi. Per quanto riguarda la questioni roghi, è importante segnalare una questione. Il deputato del PD Massimiliano Manfredi, membro della Commissione Parlamentare per l’Ambiente, ha recentmente dichiarato: “Al Prefetto Cafagna va tutto il nostro plauso per l’encomiabile lavoro di contrasto al fenomeno dei roghi tossici in provincia di Napoli, che nei primi cinque mesi del 2013 è calato del 50%.” Tuttavia i dati di cui dispone Cafagna sono frutto di un’analisi parziale del problema roghi tossici: infatti essi  si basano unicamente sui verbali d’intervento dei Vigili del Fuoco. E’ risaputo che, anche a causa di carenze strutturali, non sempre i Vigili del Fuoco riescono ad intervenire e quindi il numero dei roghi segnalati dal prefetto è sensibilmente minore a quelli effettivamente percepiti.

                                                                                                                                                                                                                           Mario De Angelis 

 

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano