Una presentazione dinamica quella che si svolgerà sabato 22 giugno alle ore 18.00 a Napoli presso la Chiesa Monumentale Croce di Lucca, in p.zza Miraglia (via dei Tribunali), dove attraverso il documentario Archeologia di Segni Percettivi si partecipa alle fasi che hanno condotto all’ideazione e alla stesura del testo “AgerPompeianus et AgerStabianus”. L’affascinante cornice della Chiesa, gestita dalla Seconda Università di Napoli e nelle competenze della Soprintendenza per i beni architettonici, storici e paesaggistici di Napoli e provincia, fa da sfondo a quello che appare una sorta di ‘backstage’ che permette l’attraversamento di eventi, circostanze, vissuti, interviste che hanno suggerito la pubblicazione del testo. L’opera è realizzata dall’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali che con un impegno di 3 anni di lavoro ha dato vita ad un libro videato, narrato attraverso le immagini sulla vita, le abitudini, il vivere antico nella Villa B di Oplontis (Torre Annunziata) e nella Villa Cuomo di Sant’Antonio Abate. Una modalità alternativa di fruizione del patrimonio culturale, legata a sperimentazione e valorizzazione che permette la possibilità di presentare la storia che ci ha preceduti, il mondo antico attraverso narrazioni, interviste e reperti che filologicamente diventano contemporanei. Dichiara Claudio Rodolfo Salerno, presidente dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali, “Ho voluto mettere insieme contributi individuali che si intrecciassero tra loro in modo interdisciplinare e multidisciplinare dando una lettura del passato a più livelli diversi tra loro. Nei miei lavori di sperimentazione culturale – continua il prof. Salerno –ed in questo in particolare punto sul senso della comunicazione tra noi e l’ambiente che non è solo visiva, in questa realizzazione ho voluto narrare con le percezioni sensoriali un ambito archeologico. La narrazione senza parole – termina il Presidente – interviene come vero e proprio medium culturale”.
Il testo “AgerPompeianus et AgerStabianus”, in particolar modo, raccoglie e approfondisce le precedenti ricerche dell’Istituto sulle due ville: di Oplontis e di Sant’Antonio Abate.
Il libro affronta il complesso tema della fruibilità e della valorizzazione dei beni culturali agli albori del terzo millennio. Partendo proprio da siti archeologici meno noti di Pompei, ma non meno importanti, quali Sant’Antonio Abate e Oplontis, si narra l’esperienza realizzata in alcune ville rustiche della zona, attraverso un nuovo modello della fruizione della cultura scientifica, fondato soprattutto sulla percezione e sui sensi. Il volume, sintesi dell’attività di un gruppo di lavoro interdisciplinare, coordinato da Claudio Rodolfo Salerno, intende rileggere e interpretare la questione della valorizzazione dei beni culturali affrontando il problema da un punto di vista insolito: l’esperienza artistica e sinestetica come artificio per far vivere e rivivere il nostro patrimonio culturale. Ma l’obiettivo è anche un altro: il libro vuole essere uno stimolo alla riflessione su come tramandare patrimoni, metodi, colture e tradizioni alle generazioni future. Un testo insomma per la divulgazione della cultura e della scienza. Il libro intreccia elementi di archeologia, arte, agronomia, alimentazione, botanica, biologia vegetale, farmacologia delle piante, microbiologia alimentare e tecnologia.
Il testo è dedicato allo storico quartiere Carminiello di Torre Annunziata, dove si trova la Villa B di Oplontis (o villa di Lucius Crassius Tertius) all’interno della quale furono rinvenuti gli ori e le monete, molto spesso erroneamente associati alla Villa A (detta anche Villa di Poppea). Il sito, ricco di spunti e di informazioni, ha suggerito la realizzazione del testo quale contributo alla conoscenza del sito stesso e delle sue peculiarità. La dedica al quartiere è uno spaccato di vita nel primo decennio successivo al secondo dopoguerra, quando ancora erano in attività i numerosi pastifici ubicati nella zona e ancora erano presenti lembi di coltivazione a grano che ne ornavano il paesaggio. La Villa di Sant’Antonio Abate è invece frutto di attenzione del gruppo di studio come classico esempio di villa rustica. Infatti le bellezze e la rigogliosità della Campania Felix fecero sì che tutta la zona costiera fosse costellata di ville di ogni tipo. Molto importanti, però, furono le ville-fattoria e le ville rustiche situate nelle zone più interne e pedemontane, di cui ne è chiaro esempio la Villa Cuomo.
Nell’incantevole clima della Chiesa Croce di Lucca, tra le più suggestive del centro storico napoletano, interverranno oltre al curatore prof. Claudio Rodolfo Salerno ed il suo staff, il Sottosegretario di Stato alla Difesa, on. Gioacchino Alfano che negli anni tra i primi si è prodigato per la valorizzazione del sito archeologico di Sant’Antonio Abate, suo paese di origine.