Tre giorni nella culla del Vesuvio per dimenticare la fibrosi cistica. Potrebbe essere questo il motto del campus, inaugurato ieri, dedicato agli adolescenti coinvolti nel progetto “S.i.f.a”.
Finanziato dal dipartimento delle pari opportunità, da un’idea della lega italiana fibrosi cistica, il progetto si avvale della
collaborazione della fondazione Cannavaro-Ferrara e del movimento eco sportivo.
Persi nell’abbraccio della natura del parco nazionale del Vesuvio, i ragazzi potranno dedicarsi completamente alla vita di campeggio, scoprendone le sfaccettature più recondite, trasportati dall’entusiasmo che solo la vita di gruppo può regalare, lasciando impolverare per qualche giorno malattia e paura.
“Attraverso la pratica sportiva” ci raccontano i responsabili dell’evento “i giovani impareranno a orientarsi meglio, rafforzando la propria resistenza fisica e psicologica, scoprendo i vantaggi scaturenti dalla vita in comunità”.
Secondo studi recenti infatti, “l’attività sportiva risulta particolarmente benefica per i pazienti affetti da fibrosi cistica, in
quanto li aiuta a rimuovere le secrezioni di muco dai polmoni, migliorando la capacità respiratoria.”
Per tre giorni i giovani saranno completamente immersi nel “Vesuvio Wild”, sotto la guida di personale scelto e l’occhio attento di medici specialisti, partecipando a numerose attività ludico-didattiche, dormendo all’aria aperta e mangiando prodotti biologici, tipici della zona.
Ovviamente, anche all’interno del campus i ragazzi potranno continuare la propria terapia medica, grazie al lavoro della pediatra Valeria Raia e dei vari fisioterapisti provenienti dall’università Federico II di Napoli per poi rituffarsi nelle bellezze, troppo ignorate, del parco nazionale.
Un progetto mai visto in Italia ma che oggi, finalmente, “si fa”.
Marco Seppone