Ci vuole coraggio, ma sarebbe meglio dire incoscienza, per vivere a Castellammare di Stabia. Tanti cittadini rischiano palesemente la propria incolumità, in una quotidianità pseudo-normale che mette i brividi.
L’anomalia è giornaliera ma si è palesata in tutta la sua drammatica evidenza nella giornata di Ferragosto. La crisi economica ha spinto molte famiglie a trascorrere in città questa festività e tanti cittadini, con pochi soldi in tasca, hanno dovuto necessariamente accontentarsi del bene pubblico per passare una giornata di riposo al mare, in collina o in montagna.
Fin qua nulla di strano, il territorio è vario e offre numerose opportunità e, in un contesto normale, questo potrebbe essere un risvolto positivo di un momento difficile: il cittadino si riappropria di ciò che è suo. Il problema subentra nel momento in cui è il bene pubblico a compromette la salute.
A Castellammare in tanti hanno fatto, e fanno, il bagno nel tratto di costa tra Rovigliano e la villa comunale, tuffandosi in un mare palesemente inquinato in cui la balneazione è interdetta. Nuotare in quello specchio d’acqua è rischiosissimo perché in zona sfocia il famigerato Sarno, il fiume più inquinato d’Europa, e numerosi rivi ridotti a veri e prori collettori fognari abusivi.
Non è andata meglio per chi ha deciso di passare una giornata ai boschi della Reggia di Quisisana. Il parco pubblico poco prima di Ferragosto è stato oggetto di una raccolta straordinaria di rifiuti che ha reso il luogo meno misero del solito, ma il rischio per gli avventori non è tanto l’immondizia quanto il costante pericolo di essere travolti dal crollo di un albero. I maestosi castagni del bosco sono tutti malati, molti già secchi, e schiantano al suolo al primo alito di vento. Ricordiamo che per un caso simile, ma molto meno grave, nella vicina città di Portici è stato chiuso il Real bosco della Reggia.
Anche chi ha scelto la montagna, ha dovuto assumersi una bella dose di pericolo. Con la funivia chiusa molti hanno raggiunto il Monte Faito percorrendo la tortuosa via Giusso, una strada allucinante, un lungo susseguirsi di curve e buche, il cui inizio è sancito da cartelli che vietano la percorribilità.
Insomma, vivere a Castellammare comporta grossi rischi. Tanti sono i pericoli: alcuni segnalati, è il caso della spiaggia e della strada, con divieti puntualmente ignorati, altri semplicemente non considerati dalla pubblica amministrazione, come per il bosco di Quisisana.
Com’è possibile che questo scenario pericoloso, da paese malfamato, non metta in allarme chi ha il dovere di tutelare la salute dei cittadini? Se un’epidemia colpirà i bagnanti del lungomare, un albero travolgerà una famiglia nel bosco, o ci sarà un incidente lungo la strada del Faito, di chi sarà la colpa?
Probabilmente di nessuno. Perché in questo paese il fatalismo e l’immancabile scaricabarile delle responsabilità tra le varie autorità competenti sono molto più efficaci e redditizi di una seria e lungimirante prevenzione.
Ferdinando Fontanella