E’ la verità: ci hanno avvelenato, gente

veleniLeggenda metropolitana o segreto di Pulcinella? “Tutti” lo sanno da tempo immemore, ma in quanti hanno girato la testa dall’altro lato mentre si interravano tonnellate di schifezze?

Siamo a Caivano, nel cuore della cosiddetta “Terra dei Fuochi”, chiamato così poiché 365 giorni l’anno si ergono colonne di fumo provenienti da roghi di rifiuti tossici e non. Qui, in località “Sanganiello”, tecnici e forze dell’ordine ieri hanno estrapolato dalla terra fusti contenenti scarti di vernici ed altre sostanze chimiche. Immagini incredibili ed inedite: eppure, puoi sentire la puzza di quegli scarti. Alla vista dei bidoni il cervello innesca il meccanismo del ricordo. La memoria conferma che “tutti” sapevamo. Perché ci è stato detto, raccontato, lo abbiamo visto al cinema e alla tv.

Il disgusto perciò supera con facilità lo stupore: quei fusti di materiali chimici li abbiamo già visti/immaginati, con tanto di finocchi e broccoli coltivati qualche metro più su in superficie. In Campania, tra Napoli e Caserta, la realtà si sta mettendo al passo della fantasia. Le operazioni di scavo sono state coordinate dal corpo forestale. Sono stati riportati in superficie una cinquantina di bidoni. Dentro, solventi, vernici e altre sostanze che l’Arpac, agenzia paladina dell’ambiente che fu, dovrà analizzare.

In questa zona gli agenti hanno individuato una superficie di circa 200mila metri quadri ai veleni: interrati rifiuti tossici industriali a diretto contatto con la falda acquifera e le radici degli ortaggi. La “chicca” è rappresentata dalla scritta “MILANO” su uno dei fusti, che potrebbe indicare la provenienza del fusto tossico. Pochi giorni fa a Casal di Principe, sono stati trovati invece rifiuti industriali, su indicazione, come riportato da “Il Sole 24 Ore”, di Luigi D’Ambrosio, 40enne affiliato al clan dei Casalesi. Sarebbe stato lui a identificare l’area dove sono stati sepolti, vent’anni fa, i veleni che ora stanno minacciando le falde acquifere della provincia di Caserta e la popolazione che vi risiede.

In attesa che tutti i fusti vengano a galla, la testa di chi si è girato “di là” mentre i criminali sotterravano potrebbe cominciare a tornare nella posizione originaria. Torcicollo a parte, si potrebbe cominciare a guardare negli “occhi” quelle masse informi velenose. Ma i reumatismi si fanno già sentire. Sia ora chiaro a tutti, fuori dai libri, dai dvd e dai racconti leggendari di imprese leggendarie su un sotterramento leggendario di rifiuti in Campania provenienti dal leggendario Nord.

È la verità: ci hanno avvelenato, gente.

Francesco Ferrigno

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