I 10 anni del Delta Salerno

Pino Attianese (ala Delta Salerno)E’ una delle protagoniste del campionato di serie C regionale. Ha un ruolo importante nel panorama cestistico campano. Ha allestito un organico competitivo e si propone per i vertici della categoria, con una squadra ed un allenatore nuovo. Il Delta Salerno vuole ritrovare quanto prima i fasti di qualche anno fa. Nel frattempo, si gode i suoi primi dieci anni di vita e di attività ad alti livelli.

Ad elogiare, con un pizzico di invidia, la dirigenza bluarancio è l’ala Pino Attianese, uno dei nuovi acquisti stagionali. «Voglio fare i complimenti al presidente Pierri, a sua moglie, ovviamente a tuo il loro staff dirigenziale e alle persone che lavorano nel buoi dietro le quinte. Provo un po’ di sana “invidia” per il loro progetto a lunga scadenza, mi piacerebbe proporlo al mio paese. A loro faccio tanti in bocca al lupo per il futuro, ma mi preme anche fare un saluto ed un in bocca al lupo a tutti i giocatori campani che giocano fuori regione».

L’ala di Corbara (Sa) sta cercando di mettere su un progetto cestistico importante per il suo paese ed ha imparato subito quali e quante difficoltà ci sono oggi per realizzare qualcosa di serio e duraturo. Nel suo intervento si sottintende qualche frecciatina al suo ultimo club di tesseramento, la Folgore Nocera. «Non è facile tenere in vita una società sportiva, qualsiasi sport essa proponga. A parte le risorse economiche, mancano sopratutto le risorse umane, persone competenti, persone appassionate e per finire strutture adeguate ad ospitare bambini che vogliono giocare al minibasket. Le strutture per la maggior parte sono obsolete, fredde, senza nessuna sicurezza. Nella migliore delle ipotesi, laddove ci sarebbero tutte le condizioni, poi, interviene la burocrazia o l’impiegato di turno a rallentare tutto l’iter di affidamento dell’impianto. Senza dimenticare – ha sottolineato – che ci sono poi  dirigenti sportivi che godono di tutto questo andazzo e sfruttano la passione dei giocatori per iniziare un progetto, lo cavalcano per due anni e poi fanno scomparire i club. Tanti giocatori delle cosiddette serie minori, compreso me, ci mettono passione, voglia, tanta forza di volontà e ogni tanto raggiungono anche qualche piccolo obiettivo, come la vittoria di un campionato o il raggiungimento di una posizione play-off, e non mi sembra giusto iniziare un progetto e poi all’improvviso essere lasciati, per una fulminante decadenza di passione (da vedere se era vera passione) o nella migliore delle ipotesi incompetenza a dirigere o a gestire una società sportiva».

Pino Attianese, a Corbara, ha messo su un centro minibasket, dedicando tutte le sue attenzioni ai più giovani, alla loro crescita e alla loro maturazione. «A loro va il mio pensiero primario. Ogni pomeriggio entrano nelle palestre, trascinando i loro genitori e costringendoli a guardarli mentre tentano di fare un canestro o un palleggio sotto le gambe. L’augurio è che ci saranno sempre più bimbi pronti a fare lo stesso percorso, per il bene di tutto il movimento. Il futuro del basket e nelle loro mani, non spezziamogli le ali, ma aiutiamoli a volare. Lo sport è vita, è passione: se non si è mossi da passione, allora è meglio lasciar perdere».

Antonio Pollioso

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano