Sant’Anastasia, centro storico teatro del presepe vivente

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La ricerca del bambino appena nato è una delle caratteristiche del tradizionale Presepe Vivente anastasiano. Finora sono 33 i bambini che, in altrettanti anni di rappresentazioni al borgo S. Antonio, sono stati per una notte protagonisti della scena finale e dietro ciascuno di loro c’è una storia, a volte piena di “piacevoli casualità” come quella di una coppia che da anni non aveva figli, poi venne esaudita e trovandosi in chiesa per il battesimo accolse tra le lacrime la richiesta di far “recitare” al figliolo la parte del bambinello. Il regista del Presepe Vivente, Luigi De Simone, potrebbe raccontarne tante di storie; mantiene riserbo su queste e sul bimbo scelto per la rappresentazione in via Roma non dice altro che ha appena due mesi e mezzo.

Preceduto da una versione ridotta rappresentata alle 19,00 di sabato 4 gennaio prossimo, presso il Santuario di Madonna dell’Arco, il Presepe Vivente ritorna nel centro storico, intorno a via Roma, con la suggestiva novità scenica già apprezzata nella notte del 24 dicembre scorso: i pescatori e il naufragio – richiamo esplicito alla tragedia di Lampedusa – con la figura del Papa che offre al mare una corona.

L’appuntamento è alle 18,00 del 6 gennaio con i Giocondi ed i 130 figuranti, che daranno vita ai diversi quadri plastici in cui sono rivisitate le tradizioni, l’appartenenza e la vita giornaliera con scene di taverna, mercato, piazza, Erode, lavandaie, pescatori, profeti, annunciazione, Magi e la scena conclusiva della Natività con il “raccogliersi” di tutti i figuranti intorno alla grotta.

La Chiesa Collegiata S. M. La Nova, intorno alla quale ruotano via Roma, corso U.I°, piazza II ottobre, via e piazza Siano, con cortili, androni di palazzi antichi e piazze sarà il punto di riferimento del Presepe Vivente, replicato all’epifania per il quarto anno consecutivo.

“Non sarà lo stesso presepe del 24 scorso, ma il presepe classico, che l’associazione Giocondi con entusiasmo proporrà ai visitatori. Faremo però la scena del naufragio sia perché è attuale e ricca di significati, sia perché in tanti vogliono rivederla – afferma Luigi De Simone. Il nostro presepe si è evoluto negli anni, è adulto, ha ormai una storia tutta propria, ma ha mantenuto ferme le motivazioni e gli obiettivi da cui è nato: trasmettere valori. E’ la “manifestazione” di valori fatti vita, valori che devono vivere nelle coscienze, così ogni giorno ciascuno può rinascere per costruire la comunità che tanti vorremmo veder realizzata”.

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