Scempio Terme, dopo raid e furti anche i politici al fianco dei lavoratori. Ieri sera una delegazione di termali si è incatenata all’interno della struttura insieme al consigliere comunale di maggioranza Antonio Sanges accompagnato dai consiglieri di Sel e Idv Giuseppe Giovedi e Amedeo Di Nardo.
Le parole del consigliere “incatenato”. “Stiamo cercando di mettere in sicurezza le Terme per poi arrivare alla privatizzazione – ha detto Sanges – Si tratta di raid programmati per cinque ore, materiale attrezzature vengono rubati. La vigilanza non c’è, non si tratta di furti fugaci. Siamo qui a presidio fino a quando l’amministrazione non troverà una soluzione. Se andiamo avanti di questo passo la messa in sicurezza costerà molto di più e l’affidamento provvisorio ad un imprenditore prima della privatizzazione non potrà avvenire”. “Questo è uno scempio, se il sindaco non si rende conto venga a fare un sopralluogo – ha detto Giovedi (Sel) – Chiedo un’azione di responsabilità per i precedenti amministratori di Terme come è successo per Multiservizi. L’assenza della vigilanza è stata denunciata già da tempo, bisogna tutelare il patrimonio immobiliare ed anche i lavoratori”.
La reazione dei sindacati. “L’amministrazione comunale ha responsabilità diretta per quanto riguarda questi episodi – hanno detto i rappresentanti di Confsal-Fesica – L’Ente comunale si assuma la responsabilità della mancata tutela del bene pubblico. E’ ora che si attivi la Procura per fermare questo scempio”. “Lo stabilimento è sempre terra di nessuno nonostante avevano detto che si attivavano controlli – ha detto Luigi Natale della Uiltucs – La politica sulle Terme deve fare mea culpa, se la maggioranza è ferma e stenta trovare una soluzione la minoranza è scomparsa senza portare una alternativa valida. Se tutti restano zitti le Terme muoiono”.
La protesta è scattata dopo l’ultimo raid: una nuova incursione dei ladri alla centrale termica dello stabilimento di viale delle Terme, anche questo senza corrente elettrica e quindi senza un sistema di allarme attivo né tantomeno munito di vigilanza visto che i dipendenti sono in cassa integrazione da mesi. Sono stati portati via decine di chili di rame asportati dall’impianto elettrico. In più è stato preso di mira il cavo principale della corrente che arriva dall’esterno oltre ad una serpentina da un ingente peso.
Tutto questo accade quotidianamente senza che vi sia un’azione di contrasto nonostante da palazzo Farnese sia stato annunciato più volte un servizio di pattugliamento straordinario degli agenti di polizia municipale. A questo punto dopo i numerosi raid l’impianto elettrico sarà da rifare totalmente con costi elevati.
Sul fronte della vertenza si attende l’esito della procedura concordataria presentata al tribunale di Torre Annunziata: se i creditori, tra cui anche gli stessi termali, non accetteranno le Terme falliranno.
Anche le Antiche Terme di Stabia al buio. Il Comune non paga la bolletta, ora sarà al buio anche lo stabilimento delle Antiche Terme di Stabia di piazza Amendola. E’ notizia delle ultime ore quella del distacco della fornitura di energia elettrica dopo svariate fatture rimaste insolute per l’importo di alcune migliaia di euro.
Così dopo lo stabilimento delle Nuove Terme di Stabia anche la struttura, recentemente ristrutturata con oltre 10 milioni di euro e chiusa al pubblico, rimarrà senza luce. Il problema che ora incombe sull’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Nicola Cuomo, è quello di tutelare un bene pubblico che potrebbe essere preso di mira da ladri e vandali così come succede da alcuni mesi per lo stabilimento del Solaro.
Rafcav