Si intitola “Chiara di Assisi. Elogio della disobbedienza”, il libro di Dacia Maraini presentato nel pomeriggio di oggi presso il Teatro “Di Costanzo-Mattiello” di Pompei, nell’ambito del convegno “I generi letterari in Italia”, organizzato dal Liceo Scientifico “E. Pascal” e dal Comune di Pompei, in collaborazione con il Comitato Biblioteca Comunale “Ludovico Pepe”.
L’evento ha avuto inizio con gli indirizzi di saluto della Dirigente Scolastica del Liceo, prof.ssa Filomena Zamboli, del Commissario Prefettizio, dott. Aldo Aldi, cui sono seguiti gli interventi di due docenti dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, il prof. Matteo Palumbo, che ha trattato “I generi letterari in Italia” ed il prof. Domenico Giorgio che ha affrontato “Il genere autobiografico nell’epoca moderna”.
Nell’ambito del convegno, moderato dal giovane scrittore pontino Claudio Volpe, la città di Pompei ha avuto l’onore di ospitare Dacia Maraini, che ha presentato al pubblico la sua opera, la storia di un incontro appassionato ed appassionante tra una Donna dei nostri tempi ed una Santa rivoluzionaria. Tra le pagine del libro, la nostra scrittrice più famosa delinea il profilo di Chiara, personalità forte e determinata, che supera il pensiero comune per seguirne uno ed uno soltanto, il proprio.
Non è la prima volta che Daria Maraini dedica la propria attenzione ad una donna di Chiesa.
La stessa autrice ci confessa: “Ho avuto modo di studiare il mondo delle mistiche, mondo affascinante e poco conosciuto. Tra le altre, vorrei ricordare Sor Juana Inés de la Cruz, una suora del diciassettesimo secolo, caparbia e determinata, che prese i voti e continuò a scrivere e studiare, lottando sempre per difendere le proprie idee sulla libertà individuale. Anche Santa Chiara cercava la propria libertà, ma senza mai porsi contro la Chiesa, di cui, anzi, aveva il massimo rispetto. La sua era una forma di disobbedienza pacifica, non gridata, non ostentata. A quei tempi era particolarmente difficile, ma ella riuscì a trovare una forma di equilibrio intelligente, conservando il proprio pensiero e mantenendo un rapporto dialettico con il potere”.
La trama del libro si dipana intorno alla corrispondenza di email tra la scrittrice e una ragazza misteriosa, Chiara, che, con grande enfasi, le chiede di ricostruire e scrivere la storia della santa di Assisi.
Questa particolare costruzione letteraria consente all’autrice di muoversi tra diverse tematiche, tutte estremamente attuali: il rapporto tra essere umano e potere, la complessità delle vite e delle storie umane, la condizione della donna.
Una scrittrice, la Maraini, sempre schierata al fianco delle donne: “Perché, ieri come oggi, avere coraggio significa, per una donna, pensare e scegliere con la propria testa, anche attraverso un silenzio nutrito di idee.
All’epoca di Chiara bisognava combattere contro un totalitarismo che monopolizzava sia la vita pubblica che privata, oggi invece pare esistere, apparentemente, una grande libertà, in realtà fondamentalmente esiste un conformismo dettato da diversi modelli e mezzi di comunicazione. Forse le donne di oggi devono possedere ancora più coraggio per far valere il proprio pensiero”.
Il lettore, ormai irrimediabilmente coinvolto, viene condotto, passo dopo passo, lungo un percorso che lo appassionerà e lo porterà a riflettere su molti aspetti dell’esistenza umana. Paradossalmente, anche un tempo lontano e oscuro come il Medioevo, diventerà un presente con lo sguardo rivolto al futuro.
La condivisione di emozioni innesca una serie di sentimenti positivi e di partecipazione collettiva, così i dolori di Chiara diventano i nostri dolori, e la stessa scrittrice ne diventa partecipe con i propri.
La compartecipazione emotiva genera sensazioni forti e drammaticamente umane, in cui amore, forza, emozione, lacrime e speranze si fondono e danno vita ad un fiume di parole che sfociano nel mare della poesia. In questo, Dacia Maraini è maestra indiscussa.
Chiara diventa, pertanto, un simbolo, un emblema di forza e di coraggio, perché le scelte di libertà richiedono sempre valore ed audacia. La libertà è in ciascuno di noi, bisogna solo cercarla, scorgerla e trovare il coraggio di metterla in atto, e questo sarà possibile solo conoscendo se stessi, i propri bisogni, i propri desideri, i propri sogni.
A suo tempo, Chiara trova una luce in Francesco, il Santo dei poveri, che le insegna il potere della parola, del dialogo, del confronto.
Non possiamo non citare, a questo punto, un altro Francesco, “il papa che – continua la scrittrice – ha ripreso quegli stessi temi, peraltro già esistenti, che Francesco d’Assisi aveva proposto molti secoli prima”.
Due donne, dunque, l’autrice e la protagonista, lontane nel tempo, ma legate indissolubilmente dalla necessità di esprimersi, di far sentire la propria voce, perché, vale la pena ricordarlo, la prima, grande libertà è quella di poter dare vita ai propri pensieri.
Agnese Serrapica