Giuseppe Carpentieri, Domenico Bucciero, Salvatore Ferraro, Vincenzo Amoruso, Benito Cioffi, Luigi e Michele Guarro, Felice e Pasquale Savino, nonché le tre donne Teresa Gionta, Francesca Donnarumma e Anna Paduano. Questi i destinatari dei provvedimenti di fermo che miravano alla cattura di Aldo e Valentino Gionta, padre e figlio, o se vogliamo, figlio e nipote di quel Valentino che ha dato il nome allo storico clan camorristico torrese.
Per gli indagati l’accusa è a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e detenzione illegale di armi.
Il Quadrilatero delle Carceri, roccaforte del clan Gionta è stato rivoltato come un calzino dagli uomini dell’Arma. Tutti ritenuti affiliati proprio ai Gionta i fermati. Uno schieramento di forze imponente. Decine di Carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, guidati dal maggiore Alessandro Amadei, e gli uomini del gruppo carabinieri di Castello di Cisterna hanno bloccato ogni via d’accesso al fortino dei Gionta che culmina con Palazzo Fienga.
L’obiettivo principale era braccare Aldo Gionta, 46 anni, attuale capo della cosca. Sorvegliato speciale, dopo aver scontato un residuo di pena, per aver violato gli obblighi della sorveglianza speciale lo scorso gennaio, era stato arrestato a Vico Equense a festeggiare il suo onomastico, ma al rientro era stato intercettato dalle forze dell’ordine sotto casa. In quella occasione gli fu comminata una pena residua, scontata fino ad aprile. Da allora era libero, in attesa del nuovo giudizio insieme a numerosi affiliati al clan.
![Aldo Gionta](https://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2014/06/aldo-gionta.jpg)
![valentino gionta](https://www.ilgazzettinovesuviano.com/wp-content/uploads/2014/06/valentino-gionta1.jpg)
A dire il vero Aldo Gionta risultava irreperibile già dal 25 maggio scorso, cioè da quando aveva smesso di recarsi a firmare il registro dei sorvegliati speciali. Per gli investigatore Aldo Gionta temeva di poter essere in pericolo di vita e così avrebbe deciso di dileguarsi per sfuggire ad eventuali faide e contemporaneamente anche alla giustizia.
Scappando, il capoclan, evita anche il verdetto definitivo del processo Alta Marea, procedimento che va avanti a rilento ed ha permesso la scarcerazione di numerosi capi ed affiliati proprio al clan Gionta. Intanto Aldo e il primogenito Valentino, 23 anni, che porta il nome del nonno, sono riusciti a sfuggire e sono ora latitanti.
Secondo gli investigatori i “valentini” si stavano riorganizzando e avevano ripreso a mettere le mani sulla città attraverso le estorsioni perpetrate ai danni dei commercianti. In questo senso sarebbero stati accertati già sei casi ai danni di altrettanti esercizi commerciali.
Contestualmente il clan si sarebbe pericolosamente riarmato, pronto a rispondere con violenza ad una eventuale faida che di fatto sembra già iniziata contro gli acerrimi rivali dei Gallo-Limelli-Vangone. Il contendere? La gestione dei business illegali a Torre Annunziata.
Due chiari episodi darebbero il senso di una guerra già in corso: il primo è l’omicidio di Giuseppe Maresca, 46 anni, estorsore affiliato al clan Gallo, ucciso il 6 maggio scorso nei pressi di via Roma, a pochi metri dalla roccaforte dei Gionta. Il secondo è l’arresto di Nicola Apuzzo, 26 anni, uomo dei Gallo.
I Carabinieri lo hanno fermato il 26 maggio mentre, armato, si era insinuato nel pieno del territorio dei valentini, probabilmente, come confermano gli inquirenti, alla ricerca di vittime tra i rivali per vendicare l’omicidio Maresca. Non avrebbe nulla a che spartire con questa guerra oplontina l’omicidio dei fratelli Giovanni e Roberto Scognamiglio, e il ferimento del 22enne Andrea Gallo. Quest’ultimo episodio sarebbe maturato tutto all’interno dei “Cavalieri” a causa di uno scontro collegato al traffico di stupefacenti.
Intanto, questa mattina dalle 8:30, a Santa Maria Capua Vetere, si stanno svolgendo gli interrogatori di garanzia delle tre donne. Il gip di Torre Annunziata si recherà poi, dopo le 9:30, nel carcere di Poggioreale per gli uomini. Tutti i verbali, per competenza distrettuale saranno trasmessi al gip di Napoli.