Nulla di nuovo all’orizzonte. Non è la prima volta che scriviamo questo incipit parlando di Puc a Volla eppure nulla di più si può dire stando all’assoluto “nulla di fatto” nel consiglio comunale monotematico di qualche giorno fa e che avrebbe dovuto dare qualche, ben anche minimo, chiarimento proprio sul Piano Urbanistico Comunale. Una continua fumata nera che dopo aver annebbiato le idee ai cittadini, da troppo tempo raggirati e delusi, ormai ha chiaramente del tutto affumicato anche le idee e l’azione amministrativa di una maggioranza immobile e chiaramente carica di troppe fratture interne. Questo il quadro che caratterizza l’amministrazione comunale di Volla che, anche se non ancora knockout, sicuramente si presenta al pari del classico pugile suonato, all’angolo, con l’arbitro sta per concludere il conteggio e chiamare i secondi. Tante le polemiche che si stanno sprecando in questi giorni e che proseguiranno chissà per quanti altri giorni ancora. Un Puc troppe volte annunciato e una città troppe volte delusa. Ad oggi, in pratica, non esiste che poco più di niente. La progettazione finale è ancora lontana e impantanata, e la maggioranza chiaramente non riesce a dare la giusta spinta all’iter del Puc. Le troppe anime che compongono la pseudo maggioranza che regge il sindaco Guadagno continuano a combattersi sottotraccia, tanto che nell’ultimo consiglio, il presidente dell’assise ha aperto alle minoranze, chiedendo l’appoggio per il lavoro al Piano Urbanistico Comunale. Le scuse sono finite, adesso si cerca aiuto. La minoranza non ha perso tempo a declinare l’invito, ma resta comunque incapace di dare la giusta spallata che darebbe il colpo di grazia al pugile intontito e ormai stretto all’angolo. Polemiche, politica di bassa lega, incapacità, e nessuna volontà di lavorare per il Puc, per il paese. Eppure Volla il Piano Urbanistico lo aveva approvato in consiglio ed inviato in Provincia. Quella che è l’attuale maggioranza, all’epoca scomodò tutto lo scomodabile per mettere i bastoni tra le ruote all’amministrazione Ricci ed al Piano da 2400 nuove unità abitative. Quel piano successivamente sarebbe diventato carta straccia per “volontà politica”. Il fatto è che il piano di Ricci & company aveva tanti pregi tra gli altri, a conti fatti, le 2400 nuove case di Ricci, oggi appaiono addirittura poche. Il progetto della passata amministrazione e dell’allora assessore all’urbanistica Sergio Wirz, realizzato dall’ingegnere Ferruccio Ferrigni, aveva soprattutto il pregio di aver fatto scattare le norme di salvaguardi, di bloccare cioè tutte gli interventi edilizi sul territorio in attesa dell’approvazione del Piano Urbanistico. Questa cosa che fu descritta dai banchi dell’opposizione come un colpo di mano, bloccò anche lo Sviluppo Italia di Silvio Berlusconi evitando concretamente la “colata di cemento” di cui parlavano all’epoca gli attuali amministratori di Volla. Qualcuno, anche dai banchi della maggioranza, comincia a rimpiangere quel Piano e soprattutto quel sindaco che assumendosi le giuste responsabilità che un primo cittadino deve caricare su di sé, stava effettivamente provando a dare uno strumento fondamentale alla sua città. Certamente non stiamo qui a santificare il buon Ricci che come opposizione si è rivelato assolutamente evanescente, ma c’è da dire che, nel bene o nel male, era giunto ad un passo dal futuro di Volla. Oggi le norme di salvaguardia, una volta decaduto quel progetto che fu affossato in Provincia, e dopo che l’attuale amministrazione non intese fare ricorso al Consiglio di Stato, quelle norme dicevamo, sono decadute, ed è sotto gli occhi di tutti quanto sta accadendo. Chissà perché oggi non si grida alla “colata di cemento”. C’è da augurarsi che sia solo perché tra lista civica, Pd e indipendenti, la maggioranza, che forse non c’è mai stata, adesso risulta ancora più debole ed incapace. Incapace persino di urlare un secco “No” sempre alla stessa “colata di cemento”.
Gennaro Cirillo