Rapina finita nel sangue ad Agerola: ipotesi marijuana dietro il raid

monte megano a gragnanoLa rapina di una moto da cross finita nel sangue, la corsa in ospedale, le indagini partite subito. Indagini che hanno portato i carabinieri ad arrestare ieri tre giovanissimi, tra cui un minorenne e un incensurato. Eppure, c’è ancora qualcosa che non torna in questa storia cominciata il 16 marzo scorso tra i sentieri più impervi di Agerola, sulla cima del monte Megano.

Gli inquirenti hanno ancora molti dubbi circa il movente, ovvero impadronirsi di una moto, che ha spinto la banda di malviventi a fare fuoco. Le autorità hanno parlato di una «rapina atipica» e non escludono che gli appassionati di cross siano finiti in una sorta di zona «proibita» e che quindi andavano allontanati in ogni modo: è proprio lì, infatti, che gli stessi carabinieri ogni anno sequestrano tonnellate e tonnellate di marijuana coltivata sui pendii più impervi dei monti Lattari.

A pochi giorni dall’operazione «Monti Lattari 3», che ha fatto finire in carcere cinque agerolesi per estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza e produzione, traffico e detenzione di stupefacente, all’alba di ieri le forze dell’ordine sono tornate nel piccolo centro a far tintinnare le manette.

I carabinieri della compagnia di Castellammare hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Torre Annunziata e da quello per i Minorenni di Napoli su richiesta delle rispettive Procure a carico di quattro indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in rapina, detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo e di lesioni personali aggravate.

AVITABILE FrancescoIn carcere sono finiti: Alessandro Avitabile, 19enne di Agerola con precedenti specifici; Raffaele Scarfato di 21 anni di Pimonte incensurato; un 17enne di Pimonte.

Tra gli indagati c’è una quarta persona residente a Gragnano al momento irreperibile.

I fatti, come già accennato, risalgono al marzo scorso. Nella serata di domenica 16 marzo giunge all’ospedale «San Leonardo» di Castellammare un giovane di Agerola accompagnato da altri due amici: ha una ferita di arma da fuoco ad una gamba guaribile in dieci giorni. Al nosocomio arrivano anche i carabinieri.

Il ragazzo racconta loro che si trovava in località «Santa Maria dei Monti» per praticare il motocross quando è stato avvicinato da quattro persone che, armate di pistola, volevano rapinargli la sua due ruote: «Uno di loro mi ha sparato». La sera stessa i carabinieri provano a raggiungere il posto indicato dalla vittima, ma tra l’oscurità e i sentieri impraticabili devono desistere fino all’indomani.

Il giorno dopo i militari si rendono conto della particolarità del luogo designato dagli sportivi, e che dopo gli arresti di ieri costituirà il punto da cui far partire nuove indagini. È anche grazie a quei pendii che i Lattari sono stati ribattezzati la «Giamaica italiana», dove i padroni della montagna coltivano droga tenendo a debita distanza persone ed animali.

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