Il II Nucleo Operativo del comando della guardia di finanza del I gruppo di Napoli, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha proceduto all’arresto di sette persone, poiché gravamente indiziate di aver reiteratamente sottoposto ad usura numerose vittime. Tra queste ultime: un commerciante di libri all’ingrosso, commercianti ambulanti, un consulente aziendale, un direttore tecnico di azienda, un imprenditore nel settore della carpenteria metallica, un commerciante di auto, tutti abitanti o esercenti a Casavatore, arrivando ad applicare tassi usurari fino al 316,8% annuale. Gli indagati risultano affiliati al clan camorristico Ferone-Pagano di Casavatore, ovvero un’articolazione della cosca Amato-Pagano.
Sicuramente emblematica, è la vicenda relativa ai rapporti intrattenuti dagli indagati con il commerciante di libri all’ingrosso (deceduto nel 2012), il quale, per effetto dell’usura, è stato costretto a dilapidare il suo patrimonio immobiliare (per un valore dichiarato nei contratti di compravendita di circa un milione di euro), la propria azienda e le proprie disponibilità liquide.
Alcuni degli indagati hanno concesso prestiti mediante monetizzazione di assegni post-datati con rilascio di contante o titoli esigibili per importo inferiore, applicando interessi usurari calcolati sulla distanza temporale tra la data di accettazione dei titoli post-datati e quella di esigibilità indicata sui medesimi, reinvestendo poi il provento di tali illeciti in attività d’impresa a Casavatore e in società a loro riconducibili operanti nelle Marche e in Emilia Romagna.
Le accuse scaturiscono da risultanze acquisite nel corso di indagini portate avanti con intercettazioni telefoniche i cui esiti sono riscontrati dalle dichiarazioni delle persone offese e dalla documentazione acquisita. Sono state inoltre acquisite denunce di vittime e loro familiari nonché assegni relativi alle vicende usurarie.
Gli arrestati, con i proventi delle attività criminose, hanno quindi acquistato importanti immobili e finanziato numerose società, sequestrate contemporaneamente all’adozione del provvedimento restrittivo. Sono stati sottoposti a sequestro 10 immobili, 7 autoveicoli, 4 motoveicoli, 3 aziende, 50 conti correnti, per un valore stimato di circa 3 milioni di euro.