Pista ciclabile in via Fosso dei Bagni: dopo i proclami resta solo il degrado e i panini.
Così gli attivisti di Sim-Scafati in movimento (MoVimento 5 Stelle) lanciano la loro provocazione all’amministrazione comunale di Scafati: “Prima delle elezioni amministrative del 2013 era spuntata a Scafati una pista ciclabile ‘disegnata’ sulla strada pubblica in via Melchiade, poi fu inaugurato un fantomatico percorso ciclopedonale. Ricordiamo ancora la pedalata del sindaco di Scafati Angelo Pasqualino Aliberti che proprio con quel percorso iniziò la lunga strada che lo portò alla riconferma come primo cittadino nel giugno 2013, al ballottaggio. Qualche mese dopo la sua rielezione, Aliberti si premurò di far cancellare la pista di via Melchiade e chiuse pure quella della villa comunale a causa delle pessime condizioni del terreno del Parco Wenner. Una figura non proprio bellissima ma comprensibile visto che la pista di via Melchiade sorgeva sugli stalli Aipa per le strisce blu e si rischiava un contenzioso a sei zeri. Vanno bene, infatti, pure i cambi di idea in corso d’opera: peccato che lo scherzetto della pista ciclabile ‘ballerina’ era costato alle casse comunali centinaia di migliaia di euro”.
“E noi paghiamo” dichiarano gli attivisti del Sim-M5S, “Ora a ridosso dell’ennesima competizione elettorale in cui sarà coinvolto il sindaco Pasquale Aliberti, assistiamo ad un altro prodigio che ha sempre come protagonista la pista ciclopedonale di Scafati. Infatti, proprio mentre Aliberti spera di riconfermare sua moglie alla Regione per la seconda volta (stavolta l’obiettivo è farla entrare nell’assise regionale direttamente coi voti e non a seguito dell’arresto di qualche compagno di partito come fu all’epoca per il fermo di Alberico Gambino) e chissà aspirare, forse, alla carica di assessore regionale, è arrivata un’altra novità nella pista ciclabile di Fosso dei Bagni. Si tratta del “paninaro”: una figura mitologica che sembrava destinata ad essere legata alle manifestazioni di piazza. Invece, nel parco giochi della pista ciclabile, è comparso questo furgone semi fisso che comodamente, usufruendo di spazi comuni ci chiediamo vende panini e bibite in maniera del tutto “TRASPARENTE”? Premettendo che nessuno di noi è contro l’installazione di un chiosco all’interno del parco giochi, se la legge lo consente, crediamo però che la meritocrazia debba essere alla base di ogni cosa e soprattutto di ogni scelta in cui vengano coinvolte risorse pubbliche. Abbiamo avuto un bando trasparente chiaro, esplicativo che un affidamento dava la possibilità di installare una rivendita del genere ? Questa attività usufruisce dell’energia elettrica a spese dei cittadini ?
Gli introiti quali tasche vanno a rimpinguare? Queste sono alcune delle domande che sorgono spontanee. Intanto il nostro sindaco quali spiegazioni ci darà ? Questa era la vera finalità della pista ciclabile e del suo affidamento di un’area che abbiamo conquistato a fatica dal demanio pubblico? Insomma, una cosa inaudita – continuano gli attivisti Sim-M5S – Ci siamo poi ricordati che quella pista ciclabile (dove, a proposito, mancano le biciclette che sono ferme in un garage della manifattura dei Tabacchi) è stata privatizzata di recente”. Infatti, un passo indietro, due avanti e piano piano l’amministrazione comunale ci era riuscita a privatizzare la pista ciclabile del Comune di Scafati: “Ad aggiudicarsi la gestione era stata l’associazione Guardie ambientali italiane nucleo di Scafati. Gli unici a presentare l’offerta alla discussa gara – spiegano gli attivisti Sim-M5S – Inizialmente c’era stata la gara per affidare la pista a privati, poi però c’era stato il dietrofront dell’amministrazione Aliberti. Lo stop c’era stato quando le due associazioni che avevano risposto al bando indetto dal Comune si era scoperto che appartenevano alla stessa persona e di conseguenza era arrivato l’annullamento in autotutela. E tra quelle c’era proprio l’attuale vincitrice. Infatti nel verbale dello scorso 19 settembre la conferma della doppia identità: l’associazione Guardie ambientali italiane nucleo di Scafati e l’associazione Terra mia erano state ritenute entrambe riconducibili allo stesso soggetto. Dopo pochi mesi, era arrivato l’affidamento alla prima delle due associazioni. Pochi mesi ancora e spunta il ‘paninaro’ che – visto che la gara non ha costi per l’associazione che non deve canoni al Comune – finora è l’unico che ci sta guadagnando qualcosa. E noi paghiamo. In cambio? Nessun servizio. Le biciclette non ci sono, l’erba copre la pista ciclabile di 2670 metri e la ‘zona parco d’ingresso’ di 4mila e 400 metri quadri. Insetti e parti scoscese sul terreno sono la caratteristica principale di questa perla dell’amministrazione Aliberti che è costata circa 500mila euro in totale all’Ente. Insomma, non ci resta che brindare a questo ennesimo successo: menomale che il chiosco funziona bene, non potendo accontentare i cittadini di Scafati con la pista ciclabile, abbiamo forse accontentato qualche ‘PANCIA’. Un ‘ultima domanda, il panino può essere definito un prodotto tipico locale da tutelare? Campa panino che l’erba cresce”.