«Luigi Cesaro ebbe rapporti con i clan» è quanto afferma il boss pentito Iovine

Luigi CesaroSi parlò di Luigi Cesaro, parlamentare di Forza Italia ed ex presidente della Provincia di Napoli, in una riunione tra i boss del clan dei Casalesi avvenuta tra il 2005 e il 2006. È l’ex capoclan Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, a raccontarlo in un interrogatorio reso ai pm della Dda di Napoli.

Anche il boss pentito ha riferito i presunti rapporti con i clan della camorra da parte di “Giggino”, deputato  per il quale è stato chiesto l’ arresto alla Camera. Un verbale di cinque pagine, che è stato depositato oggi dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Secondo “o’ Ninno”, Cesaro era in contatto, in particolare, con il capozona di Aversa Corrado De Luca, il quale parlava di lui come “una persona che senza alcuna difficoltà sarebbe stata avvicinata”.

Iovine dice di aver già sentito parlare nel corso di una riunione con Michele Zagaria e Nicola Panaro nell’anno 2005 o 2006 a Casapesenna, in un’abitazione nella disponibilità di Zagaria. Nel corso della riunione, ricorda Iovine, Panaro informò gli altri che “il politico Cesaro aveva interessi nella realizzazione di un affare su Aversa, indicato come Texas” e “ci chiedeva se avessimo il modo per avvicinarlo”.

 

iovine antonio
Il boss Antonio Iovine

«Per fare un esempio – dice ancora Iovine – dico che lo stesso avrei fatto io se qualcuno mi avesse chiesto di avvicinare Nicola Cosentino. In quel caso, infatti, al mio interlocutore avrei immediatamente risposto che avremmo potuto facilmente rivolgerci al fratello Giovanni».

Dei presunti rapporti tra il politico e il numero uno del clan dei Casalesi Iovine ha parlato in un interrogatorio reso al sostituto procuratore Cesare Sirignano che risale al 28 luglio scorso. Un verbale ancora pieno di «omissis», segno evidente che l’inchiesta cooinvolge anche altri soggetti ancora non raggiunti da informazione di garanzia.

Sullo sfondo di tali presunte cointeressenze illecite e dell’intreccio di rapporti non proprio cristallini, la direzione distrettuale antimafia sostiene che vi fosse un interesse per l’«affare della Texas Instruments», un polo tecnologico da realizzare ad Aversa.

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