Toccanti le parole del “grande capo” Luigi de Magistris in merito alla necessità di creare a Bagnoli attività ricettive legate al turismo potenziando al tempo stesso l’occupazione e l’immagine di oasi paesaggistiche come Nisida.
Secondo atto della tragicomica visita del premier Matteo Renzi nella zona o coscienziosa analisi interiore sulle problematiche comunitarie da affrontare? Perifrasando il Manzoni diremmo “ai posteri contribuenti partenopei l’ardua sentenza”: questa volta l’ex magistrato non ha alibi di sorta ne attenuanti, deve “agire concretamente” nel rispetto della dignità di chi è stato per decenni penalizzato da politiche industriali scellerate e pessime gestioni amministrative.
Dovrà dar conto alle future generazioni di Bagnoli e della periferia tutta l’attuale sindaco di Napoli e lo dovrà fare in modo talmente convincente da confutare qualsiasi dubbio in merito alla palese incapacità di governare una delle perle più rappresentative del Mediterraneo. Se poi questi proclami dovessero rivelarsi fumi elettorali ci sarà veramente tanto di cui rispondere alla storia prima ancora che al popolo di Napoli.
Per il momento gli unici a sorridere a de Magistris da Bagnoli sono i ratti e le blatte residenti da tempo nella zona tra rifiuti di ogni genere e disfunzioni sociali indegne di una società civile. Il buon de Magistris accenna alla necessità di favorire l’impresa privata perché possa investire e potenziare l’occupazione nella periferia di Napoli che guarda a Pozzuoli.
La gente è stanca: basta con le promesse vane e con gli slogan qualunquisti. Napoli non ha bisogno di essere “compatita” ma rispettata e amata da chi ha il grande privilegio di rappresentarla a livello istituzionale. Fiera delle proprie origini e conscia dell’altissimo bagaglio culturale insito nelle stesse, la gente di Napoli attende l’ultimo atto di una rappresentazione teatrale durata anche troppo.
Alfonso Maria Liguori