Boscoreale: il Piano Urbanistico in alto mare

boscorealeDopo che la seduta consiliare del ventuno di agosto scorso andò quasi deserta: erano presenti i consiglieri Crifò e Buono, perché nessun altro, vuoi per il periodo festivo, vuoi perché i chiarimenti richiesti agli uffici di settore competenti non erano ancora arrivati, non resta che aspettare l’arrivo del sedici settembre per capire dove si andrà a parare con l’aggrovigliata “vicenda del Puc” di Boscoreale. Il piano urbanistico comunale da un anno, ormai, non solo sta avvelenando i rapporti all’interno della stessa maggioranza ma sta anche mettendo i cittadini in condizioni di capire poco o niente di una situazione che appare intricata per la strumentalità delle polemiche che su di essa sono piovute. Il problema, se di problema si può parlare, è quello delle ipotesi di lavoro e cambiamento del “Piano” sostenute dal consigliere Crifò che – dicono i bene informati della politica locale – non solo è entrato in conflitto d’idee con la stessa maggioranza che sostiene ma si è anche schierato con la minoranza, in questo caso specifico.

Le cose stanno però in modo diverso da come racconta l’opposizione in quanto, secondo il gruppo di consiglieri di maggioranza e secondo quanto dichiarato dalle “voci di dentro” il «Puc così come era strutturato non poteva essere approvato» e che «era necessario approfondire aspetti sui quali il sindaco Balzano ha fatto ampia relazione in consiglio, in attesa delle risposte esaurienti del settore tecnico». Insomma, è obiettivamente difficile (oltre che problematico perché poi non giustificabile) dare il via a un piano urbanistico comunale se lo stesso salta o non prende in dovuta considerazione il “piano parcheggi” nel centro storico, opera di pubblica utilità per eccellenza. Oppure non considera l’ampliamento del parco pubblico di via Papa Giovanni XXIII che in questo modo collegherebbe il cuore di Boscoreale con la via Panoramica. O, ancora, non ridefinisce la zona turistica in maniera precisa. Un provvedimento, quest’ultimo, senza il quale anche la ventilata, e seppur lontana ipotesi, di aggregazione alla “buffer zone” (zona cuscinetto) dell’area storico – archeologica pompeiana potrebbe andare a farsi benedire. Infine, c’era da capire come muoversi in maniera organica e corretta nell’area industriale (Pip) individuata almeno un ventennio addietro alla periferia Ovest della cittadina, in prossimità dello svincolo della 268. Insomma, non si poteva discutere per il varo di un Puc corretto senza tenere conto di queste realtà che del Piano sono parte vitale.

E, per stoppare tutte quante le repliche, la maggioranza è ancora più chiara perché, come sostiene, «questa che si dovrà approvare, dopo aver apportato le dovute correzioni è solo una proposta di Piano». Perché il Puc diventi operativo, difatti, c’è bisogno che su di esso si pronuncino anche altri organismi. Uno su tutti, la Regione. Che potrebbe invitare gli estensori a modificare il Piano perché poco puntuale rispetto a parametri regionali ultimamente individuati. Come difatti è accaduto per la Zona Rossa, l’area di pericolosità del rischio Vesuvio. Insomma, si tratterebbe solo di un’azione di disturbo strumentalmente messa in atto dalle opposizioni perché «non è vero che la Giunta licenzia il puc, si va in consiglio, lo si approva e il Piano urbanistico è bello e fatto – dicono alcuni consiglieri di maggioranza – Ecco, le cose non stanno proprio così. Figuriamoci se non vogliamo approvare un Piano urbanistico Serio. Stiamo solo facendo sì che il Puc sia un bene per il paese. L’opposizione sta confondendo il cittadino con atteggiamento propagandistico ed elettoralistico che non ha alcun senso e non porta da nessuna parte».

Michela Russo

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