Bagarre a Palazzo de Fusco. Consiglio comunale rovente in modalità “replica” della precedente assise dello scorso 19 settembre. Stesso ordine del giorno da rivotare. I lavori dell’assise comunale, iniziati con un’ora di ritardo rispetto alla convocazione prevista per le ore 08.00, si sono aperti con l’intervento del consigliere d’opposizione Maria Padulosi.
“La mia presenza in aula è dettata dalla volontà di ribadire quanto già affermato in un comunicato stampa da me scritto e divulgato a mezzo web. Il consiglio comunale dello scorso 19 settembre -spiega l’avvocato concludendo- a mio avviso si è svolto secondo tutti i carismi legali. Terminato il mio intervento uscirò dall’aula. Non ho intenzione infatti di prendere parte ad una farsa”.
E alla fine della sua disamina, la Padulosi, ha davvero abbandonato l’assise, non partecipando di fatto alle operazioni successive di voto. A sostenere la tesi dell’avvocato, anche il consigliere e capogruppo Salvatore Perillo che, nel suo conciso intervento, ha ribadito quanto già da lui espresso precedentemente: “La mia posizione l’ho manifestata nel corso della riunione dei capigruppo. Il tutto è stato anche messo a verbale. Per me – spiega Perillo – non c’era necessità di procedere alla riconvocazione del consiglio comunale, in quanto nessuna violazione procedurale è stata compiuta nell’assise precedente. Mi allineo al pensiero della collega Padulosi, condividendolo”.

In linea con le posizioni di Perillo e Padulosi anche i consiglieri di maggioranza. Secca ed antitetica invece la risposta della parte d’opposizione rappresentata da Franco Gallo (capogruppo consiliare del Pd), Bartolo Martire a Attilio Malafronte. Per loro le irregolarità nel consiglio del 19 settembre ci sono state ad anche più di una.
Vizi procedurali che avrebbero interessato anche l’inserimento in extremis di un punto all’ordine del giorno, senza discuterlo preventivamente nella conferenza dei capigruppo. “La discussione di qualsiasi delibera portata in consiglio – esordisce Franco Gallo – va sempre affrontata in via preventiva nell’ambito della conferenza dei capigruppo che deve antecedere la pubblica assise. Se poi nel corso del consiglio – insiste il capogruppo – si manifesta una reale necessità di chiarire uno o più aspetti prima di procedere a votazione, il presidente del consiglio comunale, per legge, può sospendere i lavori dell’assise e convocare, contestualmente, la conferenza dei capigruppo. Noi nel corso del consiglio comunale del 19, abbiamo chiesto questa possibilità. Ma c’è stata negata. Rimaniamo fermamente convinti, in virtù anche di prove oggettive alla mano, che il consiglio precedente è stato illegittimo, ecco perchè si è proceduto poi alla riconvocazione di una nuova assise. Questo è l’unico motivo reale che qualcuno cela però sotto le mentite spoglie di un’apertura al confronto con l’opposizione”. E sempre Gallo ha poi affrontato anche il tema delle deleghe attribuite ai consiglieri comunali. Procedura bollata come illegittima dal consigliere, secondo il quale le deleghe andrebbero attribuite solo agli assessori.
Parole quelle di Gallo che fanno riferimento, neppure troppo velato, alla posizione del sindaco Ferdinando Uliano. Lo stesso già qualche giorno fa aveva spiegato la scelta della riconvocazione del consiglio, definendola un segnale di distensione nei confronti della minoranza per favorire un sereno confronto fra le parti. Posizione espressa anche nel corso della seduta di stamane. “Tengo a ribadire che l’assise comunale dello scorso 19 settembre per noi è stata assolutamente legale. La decisione di replicarla – spiega Ferdinando Uliano- è nata dalla scelta di voler dare una prova di apertura, di pacato confronto con l’opposizione consiliare. Il tutto voluto anche per dare un segnale di distanza dal modo di fare della precedente amministrazione comunale”. Posizione, quella del primo cittadino, sostenuta anche dal consigliere di maggioranza Alfonso Conforti che, seppur con parole diverse, ha ribadito lo stesso concetto.
Visioni spaccate su due fronti: questo il bilancio di un’accalorata mattinata. Consiglio comunale illegale per alcuni, legittimo per altri. Circa due ore di intenso botta e risposta fra le parti. Nei fatti però, si è proceduto alla discussione dello stesso ordine del giorno portato in aula lo scorso 19 settembre.
E al momento della messa ai voti, tutta l’opposizione, eccezion fatta per la dott.ssa Andreina Esposito, ha abbandonato l’aula. Dopo la Padulosi, prima in assoluto ad uscire, è stata la volta di Malafronte, Gallo e Martire (i tre consiglieri hanno depositato agli atti dell’assise un loro documento nel quale vengono indicate le principali violazioni procedurali rilevate per il consiglio del 19 settembre). Nel testo, fra le altre cose, si legge quanto segue: “Non comprendiamo la natura giuridica della cosiddetta “conferma” delle delibere già precedentemente approvate – ha dichiarato Gallo – Dalla singolare iniziativa del sindaco non possono che nascere problemi, tipo quello del regime dell’esecutività degli atti, deliberati con decorrenza dei termini di efficacia. Che sarà di questi atti? Sono ora revocati o annullati in autotutela? Se sì perché? Se no, qual è il senso della conferma?”
Un interrogativo lasciato senza risposta e che ha portato i tre consiglieri a decidere di andare via, seguiti poi anche dal capogruppo Salvatore Perillo.
Alla fine dell’estenuante seduta sono stati approvati i 14 punti portati in aula, gli stessi del consiglio comunale del 19 settembre, quasi tutti riguardanti i debiti fuori bilancio. Assise comunale “clone” con le medesime delibere da discutere. E anche il risultato si è replicato: tutto approvato.
MDP