“Modello Zfu per rilanciare il lavoro e l’economia sana”

Starita mare e pesca

Il rilancio di Torre Annunziata passa attraverso un crogiuolo di progettualità vincenti e di fondi pubblici da riuscire ad ottenere con un attento lavoro amministrativo e politico.
Proprio in quest’ottica risulta estremamente positiva la firma della convenzione, avvenuta mercoledì mattina in regione, che finalmente sblocca 33milioni di euro di fondi europei, dopo la delibera regionale di qualche giorno fa. Soldi che permetteranno i tanto attesi interventi per il porto, per la bretella e per la Salera.

Il primo cittadino torrese però tiene a precisare che la sua amministrazione ha partecipato ad ulteriori bandi per accedere ai fondi Jessica che potrebbero permettere di riqualificare tutta l’area portuale esterna, i pontili della ferrovia, l’area ex ecoittica e largo macello.
Quest’ultimo pezzo di amministrazione Starita disporrà quindi di numerose risorse finanziarie che nelle prospettive del primo cittadino e della sua squadra di governo dovrebbero essere determinanti per cambiare il volto di Torre Annunziata.
«L’obiettivo che vogliamo raggiungere – ha confermato Starita – è trasformare la città. Dalla camorra, dalla delinquenza e dall’abbandono la nostra città dovrà rilanciare l’ospitalità, l’artigianato, il commercio, le piccole attività per un rilancio produttivo e culturale».

Per raggiungere e concretizzare questo ambizioso risultato per il sindaco oplontino «…c’è la necessità di un resettaggio generale. Allo stato attuale si può provare a fare qualsiasi attività – continua Starita – ma il rischio è che non viene riconosciuta dalla comunità perché la stessa comunità non ha un senso di appartenenza. Non è sufficiente provare a coinvolgere la gente, bisogna trovare degli elementi quasi coercitivi.
Questa, purtroppo, è una città in cui c’è un clima di sclerotizzazione dove troppo spesso prevale il retaggio antico. Tutto è rarefatto e il vero dogma per non essere criticato è “non fare niente”. Se non fai nulla a Torre Annunziata sei buono.
Oggi qui c’è una voglia assistenziale – continua Starita – che risale a sessant’anni di malaffare. Siamo di fronte ad una città che ha subito azioni inenarrabili, che ciclicamente, con l’avvicendarsi delle attività della camorra ha vissuto di illegalità.
C’è un rapporto con la pubblica amministrazione che è quello di “dover avere”. A tutti i livelli. Dagli incarichi ai professionisti sino al cittadino che quasi pretende la casa e magari il pigione a costo zero e perché no, anche il “posto” di lavoro e quant’altro, tutto a carico dell’ente comunale».
Per la fascia tricolore è questo un ottimo momento per provare ad agire e a ridare dignità a Torre Annunziata. I clan criminali sono stati duramente colpiti dalle forze dell’ordine, dallo Stato, e su questa scia di legalità dovrà esserci il rilancio della città.
Ma quali sono le azioni che lo stesso sindaco definisce quasi “coercitive” per ridare soprattutto un anima ed una identità a Torre Annunziata?
«La sinergia e l’economia sana». Pronta la risposta di Starita che ha subito aggiunto: «Una possibile strategia è rappresentata proprio dal modello della Zona Franca Urbana. Se questo modello lo triplichi come capacità attrattiva e ci metti risorse non speculative, quelle risorse che dovrebbero essere elargite senza una minima certezza di un ritorno per la comunità, per l’economia della città, allora il risultato può essere vincente.

Se la proposta è: “non ti do la risorsa economica, ma ti agevolo sui tributi creandoti un notevole risparmio, favorendo l’avviamento di un’impresa, a patto che il destinatario di tali vantaggi produca e investa nel lavoro. Questo è l’unica strategia possibile: la gente deve riabituarsi al lavoro, il Comune deve essere capace di creare le condizioni.».
Per Giosuè Starita dunque la strategia giusta è quella derivante dal modello ZFU per rilanciare il lavoro. «Ai 12 milioni già finanziati per la ZFU, si aggiungo altri 8 che arriveranno. Stiamo dimostrando di essere una città che riesce a reperire fondi, che sta maturando grandi opportunità».
Sicuramente è una strada ardua e su questo conviene anche il primo cittadino oplontino, ma diversamente, dice: «… si continua a girare intorno al problema producendo solo demagogiche battaglie sorrette da vuoti ed inutili proclami».

Gennaro Cirillo

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