Sindaci e ambientalisti vesuviani ispezionano cava Sari

photocredit-servino-francesco (1)(Minimized)Si è svolta questa mattina alle ore 10,00 la visita di alcuni sindaci e membri di associazioni ambientaliste vesuviane alla discarica di cava Sari a Terzigno. Presenti il sindaco di Boscoreale, dott. Giuseppe Balzano, il sindaco di Terzigno, Stefano Pagano, i rappresentanti delle associazioni “La Fenice Vulcanica”, con Francesco Servino e Annapina Avino, “Mamme Vulcaniche”, con Luisa Lettieri e Natalia Alterio, e il dott. Sergio D’Alessio. La visita si è svolta accompagnati dall’ingegnere della S.A.P.NA Claudio Persico che è stato prodigo di informazioni sul funzionamento della discarica e dell’impianto di captazione del biogas: grossa preoccupazione, nei giorni scorsi, era stata espressa dai cittadini di Boscoreale e Terzigno per dei miasmi che parevano levarsi proprio dalla discarica di cava Sari e che ricordavano i medesimi avvertiti durante il periodo più acceso delle proteste nel 2010.

Stando a quanto dichiarato dai tecnici accompagnatori, nella discarica di cava Sari si starebbero attuando i lavori di definitiva chiusura dell’impianto che consistono nel ricoprire di ulteriore terreno l’accumulo di spazzatura per poi procedere alla piantumazione degli alberi. Per quanto riguarda i miasmi e le puzze, non sarebbero da imputare alla spazzatura tombata o a un cattivo funzionamento degli impianti di captazione del gas bensì ai disastri ecologici circostanti: il problema dei roghi tossici, infatti, è sentitissimo sia a Boscoreale che a Terzigno, senza contare disastri come quello di cava Ranieri, discarica a cielo aperto in pieno centro cittadino a Terzigno, che necessitano di interventi d’urgenza. I membri delle associazioni hanno inoltre chiesto spiegazioni sulle nuvole di fumo che parrebbero sprigionarsi ogni tanto dalla discarica: la spiegazione è che tale fenomeno sia dovuto alle pietre laviche presenti in discarica che accumulano calore durante il giorno e, complice l’umidità, rilasciano delle nuvole di vapore quando si raffreddano (spiegazione che, a dire il vero, non molto convincente). Nei giorni scorsi pare che lo stesso sindaco di Boscoreale sia accorso fuori i cancelli della discarica per captare di persona i miasmi, senza però riscontrare nulla. Dello stesso avviso il sindaco di Terzigno, Stefano Pagano, per il quale in città non si odono miasmi: a preoccupare, in ogni caso, sono gli innumerevoli incendi di materiale altamente tossico e pericoloso che quotidianamente si verificano su tutto il territorio terzignese, in particolare in via Vicinale Ottanta Moggia e nella zona compresa tra via Zabatta e Via Guglielmo Marconi, territorio in cui ricade anche la già citata cava Ranieri.

“Nel giro di poco tempo verrà installato un sistema di illuminazione di via Zabatta con tanto di videocamere per identificare i colpevoli di reati” ha spiegato il sindaco Pagano, che pure ha reso noto delle perplessità per taluni vincoli un pò troppo restrittivi imposti dall’ente Parco Nazionale del Vesuvio, tipo quelli sul corretto distanziamento dei pali della luce onde non arrecare danno alla vegetazione. Il sindaco di Boscoreale, invece, con lo staff che lo accompagnava, ha promesso di mettere online, sul sito del comune, tutti i dati provenienti in tempo reale dalle centraline di monitoraggio dell’aria presenti in discarica, impegno preso pure dai tecnici della discarica.

“Non ci aspettavamo nulla di diverso da ciò che abbiamo trovato” hanno spiegato i membri delle associazioni al termine della visita: “Apparentemente tutto pare gestito in maniera ottimale ma permane la nostra fermissima convinzione che una discarica, per quanto possa essere gestita in maniera ottimale, rimane una discarica, con tutti i danninoti che arreca, e che in un territorio come il Parco Nazionale del Vesuvio non doveva essere mai realizzata perchè non è assolutamente adatto”. “Siamo inoltre seriamente preoccupati” concludono gli ambientalisti “per le condizioni in cui versa cava Sari 1 (che non è gestita dalla Sap.Na, ndr), ovvero la discarica adiacente a quella a cui abbiamo fatto visita, priva del tutto di controlli e pericolosamente abbandonata a se stessa”. Nell’area delle discariche è ancora presente, inoltre, un deposito di ecoballe che pare siano destinate all’impianto Stir di Tufino.

Dal canto loro i tecnici della discarica continuano a rimarcare che l’impianto è gestito ottimamente e che le situazione più critiche su cui focalizzarsi siano quelle che permangono tutto attorno alla discarica. Con un accenno polemico, inoltre, i tecnici ci hanno tenuto a far presente che circa 7000 pagine di documentazione richiesta a Febbraio 2014 da alcuni parlamentari del M5S in visita alla discarica giacciono da mesi nei cassetti aspettando ancora di essere ritirate.

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