L’esperienza mistica è quella che si vive grazie al movimento del nudo cervello e “l’Altro” invisibile. Ciò che è invisibile si rende visibile per il mistico. Per “l’esperiente” il mondo del non possibile diventa il mondo dei “possibili”.
Siamo fatti per diventare “diviniformi”. Nella dimensione del mistico,nella sua “ultramondanità”,trascende il mondo dei “viventi” e facendo un salto oltre il buio,vede la fiammella della candela ancora accesa.
L’esperienza mistica è irripetibile ed è atemporale,il mistico sente la chiamata “dell’Amato”che è luce,così uscendo dalla sua natura umana entra in contatto col “più-che-umano”,il “disumano”. In lui la spiritualità non scende nel corpo che è carne,ma emerge da esso,si dà da conoscere,passando dal non noto al noto,dal nascosto al conosciuto,dal velato allo svelato. Nell’esperiente conscio e inconscio si fondano,egli si autotrascende, attraverso l’esercizio della mente-cervello della esperienza mistica,giunge all’Altro invisibile.
“L’amante”vuole come immagine del suo oggetto d’amore,il dissomigliante,colui che è diverso e altro da noi. Sarà il simbolo, che ci di dostoglierà dal desiderare il simile, e indurci a cercare il nascosto,l’altro da noi,il non noto. Sono alla base dell’esperienza mistica l’orazione e la meditazione,e il silenzio,il troppo silenzio, diventa una dimensione,che pervade e devasta il mistico trasmutandolo in una creatura “diviniforme”. Fare esperienza di Dio è sempre un annientarsi,un inabissarsi dove il mare appare infinito.Il vivente quanto più si sveste di se stesso e delle immagini,tanto più si avvicina alla Luce Divina.
Il suo sapere si trasforma in un non conoscere,una volta spogliatosi delle sue false conoscenze,si apre una “vita seconda”. L’esperiente ha in sè un eccedenza che si trasmuta in gioia celeste. L’apertura del mistico a Dio è un’ apertura,di “una vena palpitante di vita”.L’esperire del mistico il suo raggiungere
la gioia celeste spesso è preceduta da un vissuto di dolore e di angoscia.
Tutto l’universo “umano-centrico” attende di fare l’esperienza mistica che nei modi di praticarla è cambiata nel corso del tempo.Cristo con la sua morte sulla croce si è fatto Dio,divendo con esso nella mente e nel corpo una cosa sola. Per Spinoza la mente dell’umano è mediata dalla presenza e attività del Divino ed è LUI il luogo della certezza. Il mistico può dire sono “posseduto da Dio”.Chiunque voglia diventare “diviniforme”,deve avere il coraggio di gettarsi nel mare profondo,immergersi,inabissarsi in esso,lasciandosi all’abbandono “all’Altro”invisibile diverso da noi.
Alfio Ferri