Una serata indimenticabile.
L’immagine suggestiva della Cripta della Chiesa dello Spirito Santo di Torre, gremita ed attenta ad ascoltare le ragioni del Sud, raccontate dal tenore Saverio Stornaiuolo e dal Coro Polifonico dei Salesiani di Torre Annunziata, sulle note del maestro Giancarlo Amorelli, è stata, per me, la dimostrazione più lampante che questa città, la mia città ed il Mezzogiorno, il mio Mezzogiorno, sono stanchi del declino e del degrado che li attanaglia e vogliono ritrovare la strada maestra dello sviluppo, magari partendo dalla riscoperta del comune passato.
E di questo, oltre che ai presenti, devo dire grazie all’ amministrazione comunale, al gruppo Agesci oplontino ed al suo coordinatore Aurelio Boffa, a “Il Gazzettino Vesuviano” con il suo direttore Gennaro Cirillo, al Forum Giovani di Torre per la collaborazione offerta all’organizzazione della serata. Un grazie particolare, all’assessore alla cultura di Torre Annunziata, Antonio Irlando ed all’on. Luciano Schifone, per la loro presenza; alla professoressa, Silvana Langella per il modo con il quale ha condotto la serata e alla dottoressa, Carla Vitiello, per il sentimento con il quale ha proposto l’invocazione finale “Al Sud”. E soprattutto, al parroco della chiesa del Carmine, don Pasquale Paduano che concedendoci l’uso della “Cripta” ha reso possibile l’esecuzione della “Cantata di SuperSud” in un ambiente stupendo e ricco di storia ed ha consentito questo successo. Ed infine, l’augurio che possa rappresentare il punto di partenza verso il miracolo di una rinascita del Mezzogiorno.
Ma se tutto questo è stato possibile, il merito è da accreditare soprattutto al maestro Amorelli ed al tenore Stornaiuolo, affermati artisti e tra gli esperti più apprezzati della musica del Settecento napoletano, che, interpretando musicalmente il mio libro “SuperSud” edito da Iuppiter sono davvero riusciti a “ricreare sonorità e sensazioni dell’epoca attraverso un intreccio di parole e note pensato soprattutto per far rivivere al pubblico le passioni, le attese e le speranze del popolo del Sud”.
Mimmo Della Corte